Messico: El Chayo, il narco boss che è morto due volte

CITTA’ DEL MESSICO. – Morto, rinato e poi morto ancora: Nazario Moreno, il boss del narcotraffico messicano ucciso a Tumbiscatio, nello stato di Michoacan (ovest), in uno scontro armato con i militari, era già stato dato per morto nel 2010. La strana storia della sua “doppia morte” sembra segnata dall’aspetto religioso che ha caratterizzato tutta la sua carriera criminale. Per non lasciare dubbi sulla morte di Moreno -44 anni, detto El Chayo o El Màs Loco, “il più pazzo”- la Procura federale ha organizzato una conferenza stampa nella quale ha confermato che le impronte digitali corrispondono con quelle di due diverse schede della polizia locale e aggiungendo che saranno effettuati ulteriori esami genetici. Il governo messicano ha voluto così evitare che si ripetesse quanto successo nel dicembre 2010, quando la morte del narco boss era stata annunciata in pompa magna dopo una grande operazione delle forze di sicurezza a El Alcalde -un paesino nel comune di Apatzingan, bastione tradizionale di Moreno- dove si diceva che contasse sulla protezione delle autorità municipali. Questa “prima morte” di El Chayo aveva avuto infatti conseguenze impreviste: il giorno seguente, centinaia di abitanti di Apatzingan erano sfilati con cartelli che assicuravano che “Nazario resta vivo nei nostri cuori”, primo segno di quello che sarebbe poi diventato un autentico culto a “San Nazario”, con tanto di altarini e preghiere specifiche per chiedere l’intercessione spirituale del boss presunto morto. La religione e la filantropia sono state caratteristiche costanti della carriera di Moreno, che a metà degli anni ’90 -dopo essere fuggito dagli Usa, dove era ricercato dalla polizia- aveva fondato con altri trafficanti La Familia Michoacana, dedicandosi tanto a tessere alleanze con gli altri cartelli come alla protezione delle popolazioni del “suo” territorio. Nel 2012 la Familia Michoacana si è trasformata, dopo un’ennesima faida, nei Cavalieri Templari, una nuova organizzazione narco con caratteristiche ancora più religiose: El Chayo stesso -che portava sempre con sé una Bibbia- firmò un manuale di etica per i suoi affiliati e una delle prime manifestazioni pubbliche della banda fu un “messaggio di benvenuto” a Benedetto XVI durante il viaggio del papa in Messico. Al di là della loro iconografia religiosa, però, i Cavalieri hanno trasformato regioni intere di Michoacan in vere e proprie zone di guerra, segnata da violente campagne estorsive contro gli agricoltori e sanguinose rappresaglie contro i loro nemici. La situazione, aggravata dalla complicità di molte autorità locali, è sfociata nella creazione delle “autodefensas”, milizie civili che hanno preso le armi contro i narcos, e hanno obbligato il governo centrale di Enrique Peña Nieto a inviare truppe federali e un commissario speciale, per tentare di riportare la pace a Michoacan.