Produzione riparte a inizio 2014. Non succedeva dal 2011

ROMA. – L’industria italiana apre il 2014 con uno scatto che porta la produzione a segnare il rialzo più forte da oltre due anni. A gennaio l’Istat ha infatti registrato una crescita dell’1% su dicembre, come non succedeva dall’agosto del 2011. E il dato torna positivo anche rispetto allo scorso anno, con un aumento dell’1,4%. Certo per adesso bisogna accontentarsi di piccoli passi in avanti, di qualche decimale in più a confronto con le attese. La speranza è che questi timidi segnali non vengano spazzati via dai prossimi dati, come è successo il mese prima, quando l’attività a dicembre è tornata in perdita dopo il balzo di novembre. A proposito non confortano le stime del Centro studi di Confindustria, che prevede un nuovo calo per febbraio (-0,2%). Il rischio è quello di un’altalena, in cui a ogni segno più segue una contrazione, quando per rifarsi occorrerebbe ben altra spinta. Basti pensare che, sempre secondo gli economisti di viale dell’Astronomia, ”il livello di attività rimane inferiore del 23,8%” se si fa il paragone con il picco pre-crisi. Tanto che per Nomisma con questi tassi di crescita solo ”nel 2016 si recupererebbero i livelli di attività industriale del 2011”. Comunque grazie allo sprint di gennaio ci sono le premesse per un avvio di 2014 non del tutto funesto. Inoltre la ripresa appare diffusa su tutti i principali macro-settori. In particolare su base mensile fanno bene comparti chiave del Made in Italy, come il tessile (+5,7%). In netto rialzo anche un altro ramo determinante, quello che riunisce i macchinari, dai sistemi di riscaldamento alle macchine agricole (+4,2%). Rispetto a gennaio del 2013, segna un’impennata a doppia cifra la fabbricazione di mezzi di trasporto (+12,0%) e non sfigura l’aumento per gli autoveicoli (+7,7%). Fin qui i dati corretti per gli effetti di calendario: il quadro cambia se si guarda ai risultati grezzi, con un giorno lavorativo in meno che come al solito pesa (nel complesso dal +1,4% si giunge al -1,7%). Oltre alle cifre dell’Istat in lieve miglioramento sono risultate pure quelle della Banca d’Italia, che sempre per il primo mese dell’anno rileva un rallentamento nel calo dei prestiti delle banche alle imprese: da un ribasso del 3,7% si è passati a una flessione del 3,5%. Non cambia invece la situazione per le famiglie, con la contrazione ferma all’1,3%, il valore peggiore degli ultimi anni. In tutto questo scende lievemente il tasso di crescita delle sofferenze bancarie (al 24,5%).

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