Istat, c’è ripresina. Ocse, Sud Europa deflazione

ROMA. – La ripresina dell’economia italiana è certificata dall’Istat, con un +0,1% nel quarto trimestre 2013 che ha il sigillo ufficiale. Ma sulle economie della sponda Sud dell’euro grava il rischio-deflazione, evidenziato dall’Ocse che invita le banche centrali a intervenire più decisamente. Il trend dell’uscita da due anni tondi di recessione in Italia è confermato dall’Ocse, che vede l’economia italiana in crescita (annua) dello 0,7% nel primo trimestre di quest’anno per poi rallentare a +0,1% nei tre mesi successivi. Per l’istituto nazionale di statistica, che ha rivisto i dati del mese scorso, l’ultimo trimestre del 2013 è stata la prima boccata d’ossigeno, con il ritorno della crescita per l’economia italiana (rispetto ai tre mesi precedenti) dopo nove trimestri in rosso. Su base annua il dato è rivisto a -0,9% contro il -0,8% (con un peggioramento del terzo trimestre a -0,1 dallo zero indicato in precedenza), mentre gli effetti di calendario hanno fatto rivedere in meglio l’intero 2013, a -1,8% contro il -1,9% stimato inizialmente, comunque in miglioramento dal -2,4% dell’anno precedente. Il 2014 dovrebbe segnare un consolidamento della crescita: per l’Istat l’anno in corso eredita, a livello contabile, un +0,1% dal precedente, crescita acquisita se tutti e quattro i trimestri del 2014 fossero a crescita zero. Ma lo spaccato dei numeri forniti dall’Istituto racconta anche che l’espansione dell’economia italiana è tutta trainata dalla domanda estera, responsabile per 0,3 punti percentuali sull’intero 2013, contro gli 0,1 punti degli investimenti. Ancora nell’ultimo trimestre 2013, gli investimenti fissi lordi segnavano +0,9%, i consumi -0,1%: un dato che fa dire a Federconsumatori, mentre è allo studio un taglio dell’Irpef, che senza una “svolta” che rilanci il potere d’acquisto delle famiglie anche il 2014 ci sarà contrazione dei consumi. A tirare l’economia italiana è l’agricoltura, con un +0,8% nel trimestre, mentre l’industria arranca (+0,3%), il terziario è immobile e l’edilizia va giù (-0,7%). E’ lo scenario cui l’Ocse si riferisce quando avverte, nel suo Interim Assessment, che numerosi Paesi della periferia sono a rischio-deflazione di fronte a una ripresa al rallentatore. Chiedendo alla Bce – che giovedì scorso non ha preso nuove misure – di “mantenere o anche aumentare lo stimolo monetario”. L’organizzazione parigina migliora la sua stima per il Pil dell’Eurozona, a +1,9% annuo nel primo trimestre contro il +1% atteso pochi mesi fa. Ma l’Ocse ne ha per tutti. Per la Fed, invitata a riassorbire le sue misure “con cautela”: per non ostacolare una ripresa ancora incerta anche negli Usa (tagliata la stima sul primo trimestre 2014 a 1,7% contro il 3% precedente, con l’avvertimento che il rallentamento della crescita potrebbe non essere dovuto al maltempo, e per non destabilizzare i Paesi emergenti. Senza nascondere il rischio di un “brusco rallentamento” della crescita nella Cina, seconda economia mondiale, alle prese con un forte indebitamento privato fra le voci di default societari dietro l’angolo.