Troppi delitti nel napoletano, arriva l’Antimafia

NAPOLI. – L’analisi della Commissione parlamentare antimafia è partita da un dato: in provincia di Napoli gli omicidi registrati dall’inizio dell’anno ”sono il doppio rispetto ai primi tre mesi dello scorso anno”. Ore di confronto con magistrati e forze dell’ordine per capire cosa c’è dietro questi omicidi, che il presidente della commissione antimafia, Rosy Bindi, non ha esitato a definire ”inquietanti”, soprattutto per le modalità con le quali sono stati compiuti. ”Siamo venuti per capire cosa è accaduto”, ha detto ai giornalisti l’onorevole Bindi. Una spirale di violenza – con uomini uccisi e poi dati alle fiamme – dietro la quale vi sarebbe uno scontro tra ”senatori e nuove leve della camorra” per il controllo dei ”flussi finanziari” provenienti dalle molteplici attività controllate dalla malavita organizzata. ”C’è una piena consapevolezza della situazione da parte delle forze dell’ordine e della magistratura – ha assicurato Bindi – e abbiamo molto apprezzato il grande coordinamento che c’è, un coordinamento che può essere preso a modello”. Allargando però l’esame delle attività della malavita organizzata, ha detto ancora Bindi, ”che ormai riguardano tutta Italia”, bisogna prendere atto che c’è ”in atto un salto di qualità dei poteri mafiosi che accanto ai tradizionali strumenti delle estorsioni e della droga”; mafie e camorre che sono sempre più capaci di infiltrarsi nell’economia legale ”e nella pubblica amministrazione”. Malavita che riceve un consenso sociale perché, ha aggiunto Rosy Bindi, ”se lo Stato è presente nella repressione, con la magistratura e le forze dell’ordine, altrettanto non riesce ad esserlo nel riconoscere, assicurare e garantire i diritti-doveri di cittadinanza”. Comunque da Napoli la commissione antimafia ha ricordato che ”l’efficacia dell’azione della magistratura e delle forze dell’ordine non può essere ricompensata con sottorganici e la mancanza di risorse adeguate per fare le indagini” ma c’è anche la ”necessità di intervenire sul processo penale, sulle norme che riguardano reati spia”. ”Nel nostro Paese abbiamo una prescrizione – ha concluso il presidente dell’Antimafia per i reati di corruzione che non ci consente di aggredirli come sarebbe necessario”.

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