Il ministro Pinotti con i Marò, a casa grazie a unità nazionale

NEW DELHI. – Per riportare presto a casa i due Fucilieri di Marina “è necessario uno sforzo unitario” che faccia “sentire il più possibile la forte voce di tutta l’Italia”: nel suo primo contatto diretto a New Delhi con Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, il ministro della Difesa Roberta Pinotti, ha voluto testimoniare l’impegno suo e del governo per imprimere una svolta ad una troppo lunga vicenda finita nelle secche politico-giudiziarie indiane. In dichiarazioni all’ANSA, Pinotti ha sottolineato il carattere privato e volutamente di basso profilo della visita in India che si concluderà oggi, frutto essenzialmente della necessità di conoscere personalmente i due militari. “Oltre a leggere il dossier sulla vicenda – ha spiegato – era importante farmi raccontare da chi vive questa terribile storia da due anni la situazione, il loro pensiero, se concordavano con le decisioni che il governo sta prendendo, perché su questo è fondamentale che ci sia unità di intenti”. E da Delhi il ministro ha ricordato un caposaldo della strategia governativa, quello legato all’internazionalizzazione del caso, di cui è stata investita l’Unione europea (Ue), e che è stato da lei stessa sollevato una decina di giorni fa anche nella riunione interministeriale della Nato a Bruxelles. C’è, ha sottolineato, un dato di fatto evidente: “Sono due militari che erano in missione per conto del governo e del Parlamento italiano. Stavano facendo esattamente quello che gli era stato chiesto. E da questo punto di vista rimane per noi inaccettabile che possano essere giudicati in India”. E comunque i risvolti dell’incidente in cui il 15 febbraio 2012 al largo delle coste del Kerala morirono due pescatori indiani sono all’esame della Corte Suprema presso cui Latorre e Girone hanno presentato una istanza contraria all’intervento nella inchiesta della polizia anti-terrorismo Nia. Una udienza potrebbe svolgersi entro la fine di marzo. “Ci teniamo molto all’elemento dell’internazionalizzazione – ha insistito – perché crediamo che ci possa aiutare far sentire che non è solo il punto di vista italiano, ma quello di tutti i Paesi che hanno militari impegnati in missione, che vogliono evitare che succedano cose di questo tipo”. Per Pinotti questo aspetto sarà accompagnato anche da altre iniziative che via via adotterà il governo italiano, sempre di carattere internazionale, come potrebbe essere un arbitrato “per il quale alcuni passi sono già stati fatti”. Perché questo porti frutti, ha concluso, l’immagine del Paese “deve essere compatta”. Ed è importante che “tutte le forze politiche in Parlamento si ritrovino su questo obiettivo, come già è successo con la missione in India delle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, e come è avvenuto con l’ultimo decreto missioni presentato in Parlamento con un ordine del giorno di tutti i partiti”.  (Maurizio Salvi/ANSA)