Serghiei Aksionov, dalle gang a “premier” di Crimea

MOSCA.- Fino a due settimane fa Serghiei Aksionov, 41 anni, di origine moldava, fisico e naso da boxeur, era un imprenditore poco conosciuto e il grigio leader dal 2009 di un partito-cespuglio, Unità russa, che alle ultime elezioni del 2010 in Crimea aveva raccolto appena il 4%, ossia tre deputati su 100: meno dei comunisti e dei nazionalisti ucraini moderati di Rukh (5 deputati a testa), nulla rispetto agli 80 seggi conquistati dal partito delle regioni del deposto presidente Ianukovich. Il 27 febbraio si è ritrovato premier dopo l’occupazione del parlamento da parte di forze filo russe e un voto in presenza di uomini armati finito con 55 schede a favore su 64 (36 deputati non si sono presentati): un risultato impensabile il giorno prima. Un potere accresciuto dal ruolo di comandante prima delle forze di autodifesa ed ora del nascente esercito locale. E’ lui il turbo che sta spingendo la Crimea nelle braccia della Russia. Kiev lo considera una “marionetta” nelle mani del Cremlino e lo ricerca per sovversione dell’ordine costituzionale. Intanto cominciano a spuntare i fantasmi del suo passato opaco. A partire dai caotici anni Novanta quando, secondo i suoi detrattori, con il soprannome di “Goblin” avrebbe avuto un ruolo di primo piano nella gang criminale “Salem”, dedita in particolare alle estorsioni e in conflitto spesso cruento con altre bande. Nel 2010 Aksionov ha querelato uno dei suoi accusatori, Mikhail Bakharev, un politico locale, vincendo in primo grado ma perdendo in appello. Ora che Aksionov è al centro della politica locale, Bakharev figura tra i suoi sostenitori. I giornalisti locali sostengono che l’attuale premier è emerso con il sostegno del presidente del parlamento di Simferopoli, Vladimir Kostantinov, anche lui imprenditore e tra i protagonisti della marcia a tappe forzate della Crimea verso la Russia, coinvolto recentemente in alcuni scandali per prestiti bancari non restituiti e progetti edilizi falliti. Nato in Moldova, figlio di un leader della comunità russa nella repubblica secessionista di quel Paese, la Transnistria, Aksionov ha frequentato collegi militari e costruito la sua fortuna nel capitalismo selvaggio seguito al crollo dell’Urss, spaziando dai prodotti alimentari all’immobiliare e al turismo. Capelli corti, elegante, buon oratore dal piglio decisionista, è anche presidente dell’associazione di lotta greco-romana della Crimea: una passione che lo rende ancora più gradito al judoka Putin. (Claudio Salvalaggio/Ansa)