Bersani, lealtà a Renzi, ma Legge elettorale va cambiata

ROMA. – Accolto da una standing ovation del pubblico di Che tempo che fa per il suo ritorno in Tv dopo l’emorragia cerebrale, Pier Luigi Bersani ringrazia per la solidarietà ma non dimentica il motivo per cui è lì: fare il controcanto a Matteo Renzi. Compito che esegue con cura: senza tirare troppo la corda, ma puntualizzando tutte le cose che non gli piacciono del nuovo corso e dando voce alle perplessità della minoranza di sinistra del Pd. L’ex segretario riparte dalla battuta sul cervello già pronunciata qualche giorno fa (“l’ho salvato per un pelo non posso riconsegnarlo adesso”) per chiarire che non ha intenzione di passarle tutte lisce a Matteo. A Renzi promette di dare una mano, “ma lo farò con le mie idee”: il che vuol dire “assoluta lealtà e fedeltà alla ditta , ma anche qualche opinione”. E si comincia subito con l’elenco: “Vedo una fragilità, un rischio nel Pd”, dice Bersani. “Per essere utili – sostiene – al Paese il partito deve essere un soggetto politico, non uno spazio politico dove corrono tutti gli individualismi e anche i cinismi”. Lo stile “sfidante” e “combattivo” di Renzi non dispiace a Bersani: la “movida” del premier può “servire a risvegliare la fiducia”. Quello che non va è che il premier-segretario non vuole coinvolgere tutte le anime del pd. E fa male, perché “ci vuole l’aiuto di tutti per dare radicamento, concretezza, effettività”. Insomma, “la partenza è buona”, ma non bisogna dimenticare che “il Paese è in mezzo a un sacco di guai, non si può pensare che i guai siano dietro le spalle”. Ma non è solo l’individualismo e il decisionismo di Renzi che non piacciono a Bersani. Ci sono anche le scelte compiute sulla legge elettorale. Bersani rilancia tutte le critiche della minoranza Pd: “Non sono convinto di operazioni come quella della legge elettorale: deve essere migliorata”. L’ex segretario cita la questione delle quote rosa: “Sulla parità di genere qualcosa si deve fare: quando sento alcune donne che dicono che sono contrarie mi viene la pressione alta. Se io non avessi messo la regola della parità nelle primarie non ci sarebbe il 40 per cento di donne nel pd in parlamento”. Bersani dice no anche ai “nominati” e alle soglie di sbarramento troppo alte. Sulle misure anti-crisi annunciate da Renzi il giudizio è invece positivo. “Sono tutte cose che vanno molto bene, del resto erano tra le priorità che avevamo dichiarato in campagna elettorale”. “Alle spalle di questa politica – osserva – ci sono alcune risorse che ha lasciato Letta ed è giusto dirlo. Poi ce ne sono alcune che mancano e la missione che Renzi sta facendo in Europa per convincere a darci più margini è sacrosanta e va sostenuta”. Infine una precisazione: alle prossime elezioni europee non si candiderà: “Sono a posto così”. (Marco Dell’Omo/ANSA)