Renzi-D’Alema, c’eravamo tanto odiati, ora è feeling

ROMA. – A vederli seduti fianco a fianco, a parlare di riforme ed Europa, sembrano passati secoli da quando ‘duellavano’ a colpi di battute al vetriolo. Oggi, però, Matteo Renzi e Massimo D’Alema, il ‘rottamatore’ e il ‘rottamato’, hanno certificato quel disgelo iniziato nelle settimane scorse con un feeling emerso con evidenza alla presentazione del libro di D’Alema, ‘Non solo euro’, e ‘suggellato’ dalla maglia di Francesco Totti che il romanista D’Alema ha consegnato al premier, facendo il verso a quella del viola Mario Gomez con cui Renzi ieri ha omaggiato Angela Merkel. Al di là delle ironie, ad emergere è stata quindi la sintonia tra due ‘star’ del Pd di ieri e di oggi, dalle radici politiche diversissime ma dagli obiettivi odierni convergenti, con Renzi che non può non contare sull’esperienza internazionale dell’attuale presidente della Fondazione per gli Studi progressisti europei e con D’Alema che non disdegnerebbe certo un incarico di alto prestigio a Bruxelles. Un incarico che, 5 anni fa, gli soffiò Lady Pesc, Catherine Ashton, e che oggi Renzi non ha escluso. Feeling ritrovato, quindi, tanto da far sembrare lontanissimi i tempi in cui Renzi, sfidando Pierluigi Bersani alla segreteria dem, puntava il dito proprio contro i ‘big’ storici del partito, costringendo a non candidarsi anche quel Walter Veltroni oggi in prima fila. Tempi in cui D’Alema – era l’ottobre scorso – se da un lato non negava quel ‘quid’ in più che Renzi avrebbe portato da premier, dall’altro contestava la coincidenza della carica di presidente del Consiglio con quella di segretario del partito emersa, di fatto, in febbraio.  Erano i giorni in cui i due non se le mandavano a dire, con D’Alema che sottolineava la povertà di contenuti di Renzi, paragonandolo a “quella pubblicita’ con Virna Lisi, ‘con quella bocca può dire ciò che vuole'”. O apostrofandolo come “brillante ma superficiale” e invitandolo a non fare “il giamburrasca”. E con il ‘rottamatore’ che rispondeva a stretto giro, gongolando dopo la vittoria al congresso Pd di novembre: “E’ la prima volta da 20 anni che D’Alema perde un congresso”. Certo, le battute non sono mancate neppure oggi, ma il tono era ben diverso. “Le proposte di D’Alema nel suo libro sono interessanti. Trovo ‘preoccupanti’ coincidenze…”, ha scherzato Renzi. “Questo non e’ un dibattito, siamo d’accordo pressochè su tutto”, gli ha fatto sponda D’Alema, ricordando a Renzi di essere “l’erede di una tradizione italiana che può essere rivendicata in Ue”, quella “di Ciampi, Prodi, del centrosinistra”. Una tradizione che Renzi non ha rinnegato, rimarcando tuttavia la necessità di fare oggi quelle riforme mancate in passato. Ma poi, ‘il rottamatore’ si è fatto serio: “Con D’Alema il dibattito è stato sempre franco e ho apprezzato che, nel momento in cui qualcuno non mi parlava perchè avevo avuto l’ardore di attaccare il mostro sacro D’Alema, lui fu l’unico a parlarmi”. Di fronte, big storici della sinistra come Beppe Vacca e Franca Chiaromonte. (Michele Esposito/ANSA)