Braccio di ferro sui vincoli Ue. Renzi, li rispettiamo

BRUXELLES.- Non vuole stare dietro la lavagna Matteo Renzi, né essere oggetto di sorrisetti sulla via italiana per tenere insieme crescita e vincoli Ue. Per questo, alla sua prima al Consiglio europeo, il premier ingaggia un braccio di ferro con il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso che, poco prima di incontrare l’ex sindaco, torna a chiedere il rispetto degli impegni. “L’Italia rispetta tutti i vincoli”, sbotta, irritato, Renzi poco prima del chiarimento a quattr’occhi con Barroso che, se non cambia le reciproche posizioni, si chiude con un “sostegno” della Commissione Ue alle riforme italiane. Il premier arriva a Bruxelles determinato a difendere il suo piano e la sua ricetta: solo con la crescita del pil l’Italia può continuare anche ad erodere la mole del debito. Ma Renzi non è ingenuo e sa che per cambiare l’Ue va fatto un passo alla volta. Per questo anticipa un po’ i tempi, spiegano fonti governative, l’uscita del presidente delle Regioni Vasco Errani, secondo il quale oggi il premier sarebbe venuto a Bruxelles per chiedere che i fondi strutturali vengano esclusi dai vincoli posti dal Patto di stabilità. Un annuncio che sembra irrigidire i cultori europei del rigore, come Barroso, che attendono ad aprile il Def e il piano nazionale delle riforme italiano per capire se le misure di Renzi si coniugano con il rispetto dei parametri economici. “Il rispetto degli impegni presi è fondamentale” per la fiducia nell’Italia e nell’Ue, è il “benvenuto” che il presidente della commissione Ue dà, a distanza, al premier italiano, appena sbarcato nella capitale belga. Che non ha alcuna intenzione, però, di farsi fare le pulci visto che, ribatte, “noi rispettiamo tutti i vincoli” e quindi certe “polemiche” sono a suo avviso incomprensibili. Un botta e risposta alla vigilia del faccia a faccia tra i due considerato irrituale dalle diplomazie europee. Come poco frequente è il tweet con cui Barroso, dopo l’incontro, parlerà di colloquio “molto positivo” e di sostegno dell’Europa alle riforme italiane. Sostegno che sembra quasi tifo da parte del presidente dell’Europarlamento Martin Schulz che “lotta” con Renzi per un’Italia “forte” ed una Ue “solidale”. “Sono contento che l’Ue apprezzi le nostre riforme, noi rispettiamo i vincoli ma anche l’Europa deve risolvere i suoi problemi”, chiarisce il premier insistendo sul fatto che “l’Italia non viene in Europa come uno studente fuori corso ma come un paese fondatore che rispetta i vincoli”. Durante il colloquio con Barroso, il premier ha illustrato il suo piano, dalle riforme istituzionali al jobs act, rimandando al Def, che sarà pronto intorno al 10 aprile, per una verifica del rispetto dei vincoli Ue e anche di un “eventuale” utilizzo del margine tra il 2,6 ed il 3 per cento del decifit. All’Europa, è la posizione del premier, interessano le riforme, tra l’altro chieste da tempo proprio dalla Ue, e non “discussioni su uno 0,2%-0,3% di deficit” visto che “noi rispettiamo e rispetteremo i parametri europei”. Tetti che, però, assicura Renzi, non gli impediranno di “rivoluzionare e cambiare l’Italia” e, in prospettiva, l’Europa che non deve essere “la causa del problema ma la possibile soluzione”. (dell’inviata Cristina Ferrulli/ANSA)

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