Hollande contro Sarkozy, no a paragoni con dittature

PARIGI. – Psicodramma politico in Francia, con il presidente Francois Hollande che replica a Nicolas Sarkozy dopo gli attacchi di quest’ultimo contro media e magistrati e il parallelo tra le intercettazioni telefoniche di cui si dice vittima e la Stasi, la polizia politica della Ddr, la Germania comunista. Mentre il governo socialista parte all’attacco contro quella che viene definita la “deriva berlusconiana” dell’ex inquilino dell’Eliseo. “Pensare che il nostro paese, la nostra Repubblica possano non essere fondati sulle libertà, vuol dire instillare un dubbio che non ha senso, e qualsiasi paragone con le dittature è assolutamente insopportabile”, ha avvertito Hollande, dicendosi in dovere, in quanto capo dello Stato, di “assicurare il rispetto dei principi che fondano la nostra magistratura e la nostra Repubblica”. Nei giorni scorsi, il sito Mediapart ha pubblicato intercettazioni di telefonate tra Sarkozy e il suo avvocato Thierry Herzog, dalle quali pare che l’ex presidente prometta favori a un magistrato di Cassazione in cambio di informazioni coperte dal segreto istruttorio. In un primo tempo, Sarkozy sembrava essersi deciso a chiudersi nel riserbo per non alimentare accuse che – ha fatto sapere – lo ripugnano. Ma la pressione era evidentemente troppo forte. E alla fine ha deciso di replicare con una “lettera ai francesi” pubblicata dal Figaro, in cui dice fra l’altro che “i principi sacri della nostra Repubblica sono calpestati con una violenza inedita e un’assenza di scrupoli senza precedenti”. Di qui il parallelo il controverso parallelo dell’ex presidente con la “Germania est e le attività della Stasi”. Per molti, a gauche, Sarkozy ha adottato una strategia che ricorda quella di Berlusconi. “Osar dire che la polizia o che la giustizia francese sarebbero uguali alle peggiori polizie esistite in Europa dell’est o nell’Europa di Stalin – ha commentato il ministro del Lavoro, Michel Sapin – è come un colpo di Stato verbale contro le istituzioni della Repubblica”. Secondo Sapin, Sarkozy si sta comportando “alla Berlusconi”: “Non è in questo modo che si dà una buona immagine della Francia”, ha aggiunto, e “non è rispettabile”. Sarkozy “non è cambiato”, ha tuonato la portavoce del governo, Najat Vallaud-Belkacem. Mentre Le Monde.fr si chiede se Sarkozy non stia usando “la stessa strategia” del Cavaliere. Sembra esserne convinta Florence Fressoz, notista politica del quotidiano, secondo cui la tecnica del “vittimismo” messa in scena da Sarkozy è “esattamente la stessa” dell’ex leader italiano. Proteste si sono levate anche dal mondo della giustizia. La presidente del tribunale di Parigi, Chantal Arens, ha rotto il silenzio per sottolineare che i giudici sono “indipendenti” e devono poter lavorare “in serenità”. “La polizia non è la Stasi”, ha avvertito il sindacato delle forze dell’ordine. Nei giorni scorsi, anche il sindacato dei magistrati si era detto “esterrefatto” per i contenuti delle intercettazioni a Sarkozy. Parole di sostegno nei confronti dell’ex leader neogollista, che ora rischia di cancellare le sue ambizioni per le presidenziali 2017, sono arrivate invece dalla destra. Quella di Sarkozy è stata una “risposta coraggiosa” e “indispensabile”, ha detto il segretario dell’Ump, Jean-Francois Copé. Ma c’è chi teme che questo ennesimo polverone favorisca ancora di più il Fronte Nazionale della destra radicale euroscettica di Marine Le Pen, già alle elezioni municipali di domenica. (Paolo Levi/Ansa)

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