Esame Obama per Renzi. L’Italia non può più sbagliare

NEW YORK. – Finora solo una battuta tra Barack Obama e Matteo Renzi, quella sui capelli ancora neri del giovane premier italiano. Ma adesso si fa sul serio. Il presidente americano sbarca a Roma e avrà finalmente modo di conoscere meglio il nuovo leader, che tanta curiosità sta suscitando a Washington e nelle principali cancellerie europee. Curiosità, ma anche grandi aspettative. Perché per la Casa Bianca – come ripetono in queste ore negli ambienti dell’amministrazione Usa – una cosa è chiara: l’Italia sul fronte delle riforme strutturali non può più sbagliare. Non può più perdere tempo. Ne va delle sorti dell’Europa e – sottolineano a Washington come a Wall Street – dell’intera economia mondiale, compresa quella americana. Per questo Obama – che ben ricorda la minaccia posta dalla crisi dei debiti sovrani nel Vecchio Continente – ha fatto sapere di non vedere l’ora di conoscere nel dettaglio gli sforzi e i provvedimenti che il governo italiano sta mettendo in campo per blindare i conti, rilanciare una crescita ancora asfittica e contrastare la drammatica disoccupazione giovanile. Ma anche garantire quella stabilità politica da sempre invocata dagli Stati Uniti, che continuano a considerare l’Italia uno strettissimo ed affidabile alleato, ma che in questi ultimi anni hanno avuto come vero e proprio punto di riferimento solo il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che Obama incontrerà giovedì al Quirinale, prima di vedere il premier. Renzi – alla vigilia dell’incontro forse più atteso di questa sua nuova avventura – si è detto “fiero e orgoglioso” di poter mostrare i progressi compiuti dall’Italia e illustrare la “rivoluzione” avviata dal suo esecutivo. E la speranza è di ottenere dal presidente americano un pieno endorsement, una sponda che lo possa aiutare sia in chiave interna sia di fronte agli alleati europei, fiduciosi ma ancora pieni di dubbi sulla effettiva applicabilità del suo programma. Il capo della Casa Bianca – riferiscono nell’entourage del presidente Usa – chiederà quindi lumi sulle misure pro-crescita annunciate a Palazzo Chigi, sui contenuti del jobs act in salsa renziana, sulla legge elettorale che dovrebbe assicurare governi italiani più stabili e duraturi. Si confronterà anche con Napolitano, di cui – come ha più volte detto – si fida, e che agli occhi degli Usa rappresenta la continuità in quello che spesso Oltreoceano viene descritto come il caos della politica italiana. Ma sul tavolo dei colloqui romani ci sono tante altre questioni. Obama vuole discutere di Afghanistan, di Libia, di stabilità nel Mediterraneo, e chiaramente di Ucraina e di Siria. E poi il nodo spinoso della futura guida della Nato. L’Italia puntava molto sull’ex ministro degli esteri Franco Frattini, sul quale sembrava esserci una convergenza da parte dei principali alleati dell’Alleanza Atlantica. Ora però sembra prendere quota la candidatura del norvegese Jens Stoltenberg, che sarebbe appoggiato anche da Washington, oltre che da Berlino. Per l’Italia sarebbe uno smacco, ma anche in questo caso – spiegano alcuni osservatori Oltreoceano – frutto della eccessiva instabilità e incertezza che caratterizzano le vicende politiche nel nostro Paese. In una Roma blindata – ci sarà anche il segretario di Stato americano John Kerry – Obama si recherà in mattinata in Vaticano per l’incontro forse più atteso di questa sua visita in Italia: quello storico con Papa Francesco, verso cui nutre una grandissima ammirazione. In una recente intervista il presidente Usa non ha nascosto di essere rimasto folgorato dalle parole e dai gesti del Pontefice. E “lo ringrazierà per i suoi appelli alla pace e al rispetto della dignità umana”, ha fatto sapere la Casa Bianca. (Ugo Caltagirone/ANSA)

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