Inps apre, disponibili a intervenire su buste paga

ROMA. – L’Inps si dice pronto a scendere in campo nell’operazione di aumento delle buste paga, annunciata dal premier Renzi. Di un possibile coinvolgimento dell’Istituto già si vociferava e ora il direttore generale Mauro Nori, sollecitato sul punto, davanti alla commissione Lavoro della Camera, ammette che l’Inps sarebbe ”disponibile, se chiamato”, ma precisa come la richiesta non sarebbe ancora arrivata. E alla domanda se tutto potrà essere fatto in tempo per il 27 maggio, risponde: ”Dipende da quando ci ingaggiano”. Rimane invece aperta la questione sul ruolo che l’ente previdenziale potrebbe svolgere, a riguardo il dg taglia corto: ”E’ l’azienda che paga i lavoratori, bisogna vedere cosa ha in mente il Governo”. Di certo la macchina dell’Istituto nazionale di previdenza è, usando gli aggettivi di Nori, ”assolutamente” e ”doverosamente” disposta a dare il suo contributo, d’altra parte, ricorda il direttore generale, ”abbiamo un sistema, come nessun altro Paese al mondo, che permette in tempo reale di conoscere retribuzioni, contributi” e quant’altro del singolo dipendente. Finora l’Inps era stato immaginato come strada alternativa alle detrazioni, che lascerebbero fuori quanti hanno un reddito annuo inferiore agli 8 mila euro annui lordi, la cosiddetta “no tax area”. Si agirebbe così sulla leva dei contributi, con uno sconto su quanto versato dai lavoratori a fini pensionistici. Ma l’ente previdenziale non sarebbe solo in pista di lancio per far lievitare di 80 euro gli stipendi di chi guadagna sotto i 1.500 euro netti al mese (25 mila lordi l’anno). Nori conferma ”ampia disponibilità a lavorare per verificare un piano di fattibilità in relazione alle proposte del ministro alla Pubblica Amministrazione Madia” sui pre-pensionamenti. Il direttore generale parla dell’esperienza ”spot” del Comune di Novara, dove gli esuberi sono stati trasformati in uscite anticipate, ricorrendo alle regole pre-Fornero. E Nori fa sapere come sia stato ”già attivato un gruppo di lavoro, nel quale anche l’Inps è coinvolto, per le indicazioni da fornire a tutte le amministrazioni interessate all’applicazione della normativa sulle eccedenze di personale e sui pensionamenti in deroga”. Sul fronte pensioni continua il lavoro dell’Istituto per far fronte all’emergenza esodati: dagli ultimi dati i salvaguardati a cui è già stata liquidato l’assegno sono 38.716, per una spesa di 269 milioni di euro. Da coprire ne restano ancora molti, visto che, legge dopo legge, la tutela si è estesa in tutto a circa 160 mila persone. In commissione a Montecitorio Nori è stato incalzato anche sulle cosiddette pensioni d’oro, sui cui si ipotizzano diversi tipi di intervento, oltre alla proposta Meloni. Ma il dg dell’Inps sottolinea che si tratta di calcoli ”complessi” che comporterebbero un lavoro ”oneroso” e quindi, evidenzia, ”il gioco dovrebbe valere la candela”.

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