Papa arriva in Terra Santa. Si inizia in Giordania, dubbi su Israele

GERUSALEMME. – Papa Francesco sarà in Terra Santa (Giordania, Palestina e Israele) da sabato 24 a lunedì 26 maggio: il Vaticano ha confermato la visita rendendo noto il programma ufficiale del viaggio. Tuttavia, se nelle prossime settimane proseguirà lo sciopero dei diplomatici israeliani c’è la possibilità – ha fatto sapere da Gerusalemme il patriarca latino Fouad Twal – che la tappa in Israele “sia a rischio”. “Non dipende ovviamente da noi – ha spiegato – Non possiamo fare nulla”. Twal ha però sottolineato di “aver avuto assicurazioni dall’ufficio del primo ministro israeliano che la visita si farà”. Anche il portavoce della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi ha ribadito che la “preparazione del viaggio sta continuando come previsto”, anche se ha aggiunto di essere consapevole della “situazione di tensione sindacale in Israele”, auspicando che si possano “riprendere al più presto i contatti formali con le autorità competenti per l’adeguata preparazione della visita” stessa. A 50 anni dallo storico incontro a Gerusalemme tra Paolo VI e il patriarca ortodosso di Costantinopoli Atenagora, che Bergoglio intende celebrare proprio nel suo viaggio in Terra Santa, i tre giorni del pellegrinaggio di Francesco sono molto intensi: sono previsti, tra l’altro, 14 tra discorsi e omelie. Il papa celebrerà la prima messa sabato alle 16.00 allo stadio internazionale di Amman, la seconda domenica alle 11.00 nella Piazza della Mangiatoia a Betlemme in Cisgiordania, seguita dal Regina Coeli. La terza lunedì alle 17.20 nella Sala del Cenacolo a Gerusalemme con gli ordinari di Terra Santa. Il pontefice vedrà re Abdallah e la regina Rania di Giordania, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas) e il presidente di Israele Shimon Peres e il primo ministro Benyamin Netanyahu. Ma largo spazio – ha spiegato Twal – sarà dato agli appuntamenti con i fedeli: subito dopo la visita al sito del battesimo di Gesù a Betania sulla rive del Giordano, sabato nella chiesa latina del luogo, avverrà l’incontro con i rifugiati e i giovani disabili. Domenica, dopo la visita privata alla grotta della Natività, il pontefice nel Phoenix Center di Dheisheh avrà il saluto ai bambini di campi profughi di Dheisheh, Aida e Beit Jibrin. Mentre Gerusalemme nella chiesa dei Getsemani ci sarà l’incontro con sacerdoti, religiosi, religiose e seminaristi. Papa Francesco vedrà anche i rappresentanti delle altre religioni: lunedì 26 il Gran Muftì di Gerusalemme con una visita nell’edificio del Gran Consigli sulla Spianata delle Moschee, poi i due gran rabbini di Israele nel Centro Heichal Shlomo nei pressi della Grande Sinagoga. “Momenti importanti” – ha detto Twal – saranno la visita al Santo Sepolcro, al Muro del Pianto e quella allo Yad Vashem, il Sacrario della Memoria a Gerusalemme. “Appuntamento centrale – ha aggiunto Twal – è l’incontro con il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, così come quelli con il patriarca greco ortodosso Teofilo quello armeno Noorha”. Durante la conferenza stampa Twal ha anche presentato il logo e il motto della visita. Quest’ultimo, “Ut unum sint. In modo che siano uno solo” campeggia su una barca (simbolo della Chiesa) nella quale sono rappresentati abbracciati san Pietro e sant’Andrea, i primi due discepoli chiamati da Gesù in Galilea. Dietro di loro la croce che è l’albero maestro sul quale si muove la vela, spinta dal vento dello Spirito Santo. Il primo discepolo è il patrono della Chiesa di Roma e il secondo di quella di Costantinopoli. “La nostra speranza – ha sottolineato Twal – è che la visita del Santo Padre ci ispiri un’unità ancora più grande in modo da essere più coraggiosi nell’abbattere le barriere dell’inimicizia”. “E lavorare insieme – ha concluso – per portare giustizia e pace, perdono e riconciliazione nella nostra terra divisa”. (Massimo Lomonaco/Ansa)