Governo aperto a mediazione del cardinale Parolin

CARACAS. – Il ministro degli Esteri venezuelano, Elias Jaua, ha detto che il governo di Caracas è disposto a accettare come mediatore con l’opposizione antichavista una figura come quella del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, perché “è un uomo che conosce la realtà del Venezuela e ha una visione obbiettiva”. In un’intervista televisiva, Jaua ha ricordato che il presidente Nicolás Maduro si è già detto disponibile a permettere la presenza di un “testimone di buona fede” in conversazioni con l’opposizione, dopo quasi due mesi di protesta antichavista che hanno lasciato un bilancio di 39 morti e centinaia di feriti. Questo mediatore, ha sottolineato, potrebbe essere Parolin, che è stato nunzio a Caracas, o il nunzio attuale, monsignor Aldo Giordano, o il gruppo di ministri degli Esteri della “troika” dell’Unasur (Brasile, Colombia, Ecuador) o “chiunque altro che sia proposto dall’opposizione, sempre che risulti una figura che assicuri migliori condizioni di dialogo”.

Intanto Foro Penale, la Ong venezuelana di difesa dei diritti umani, ha consegnato al nunzio apostolico a Caracas un rapporto sugli abusi registrati dall’inizio delle proteste antigovernative, denunciando “un attacco spropositato contro le manifestazioni, che ha avuto come conseguenza morti, torture e trattamenti crudeli, con un comportamento che appare sistematico su tutto il paese”. Ai 39 morti e le centinaia di feriti- ha indicato alla stampa Alfredo Romero, direttore del Foro Penale Venezuelano (Fpp) – si aggiungono 59 casi verificati di tortura e trattamento inumano e 2.028 arresti da parte delle forze di sicurezza. “Non esiste nessun precedente nella storia del paese di un tale numero di arresti: stiamo per raggiungere i 60 giorni di proteste, durante i quali ci sono stati in media 35 arresti al giorno”, ha sottolineato Romero. Il direttore del Fpp ha spiegato che ha chiesto al nunzio di inviare al Vaticano il loro rapporto -che è stato consegnato anche ai delegati della “troika” di mediazione dell’Unasur (Colombia, Ecuador e Brasile)- dopo che la Santa Sede ha espresso la sua disponibilità a favorire il dialogo politico in Venezuela. “E’ fondamentale che la comunità internazionale capisca che qui non si tratta di dialogare sulla questione dei diritti umani, ma piuttosto di aprire un tavolo di confronto per determinare chiaramente chi è responsabile di questa situazione, che è molto grave”, ha aggiunto Romero.