Mogherini, rivedremo stipendi degli ambasciatori all’estero

ROMA. – La scure della spending review si abbatte anche sulla Farnesina. Pur sottolineando che “la politica estera è un investimento, non un lusso, per la stabilità internazionale e di riflesso per gli interessi nazionali”, il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha annunciato la necessità di tagli alla spesa, anche per rispondere “a una sensibilità diffusa” dell’opinione pubblica sugli stipendi degli ambasciatori. Mogherini ha quindi annunciato alle Commissioni Esteri di Camera e Senato risparmi per circa “108 milioni di euro in tre anni”, cominciando da “16 milioni nel 2014, 42 milioni nel 2015 e 52 nel 2016”. Le voci da tagliare riguarderanno “la riorganizzazione della rete diplomatica consolare e culturale, il contributo in termini sostenibili agli organismi internazionali, la razionalizzazione del patrimoni immobiliare all’estero e una revisione del trattamento economico del personale all’estero”. Un capitolo, quest’ultimo, “su cui c’è una sensibilità diffusa alla quale stiamo rispondendo”, ha sottolineato il ministro. In questa revisione il governo si è “ispirato ai modelli di alcuni Paesi occidentali”, ha precisato la titolare della Farnesina, ammonendo però sul fatto che “una trasposizione pura e semplice di questi modelli costerebbe di più all’erario rispetto all’attuale sistema”. Non si tratta dunque di equiparare gli stipendi dei diplomatici italiani a quelli dei colleghi stranieri, che in media guadagnano di più. Del resto, a fronte dello “0,2% del bilancio statale” dedicato alla Farnesina, “la Francia destina alla propria diplomazia l’1,8% e la Germania l’1,1%”. “La nostra proposta si compone di due fasi – ha spiegato ancora il ministro -: il primo prevede lo scorporo delle spese di rappresentanza dall’indennità di servizio all’estero, riducendole in modo progressivo fino a un taglio a regime di circa il 20%”. Si tratta cioè di rendere “leggibile” la differenza tra le spese dell’ambasciatore dalle spese di funzionamento dell’ambasciata e di ridurre gradualmente queste ultime. La seconda parte riguarda invece la revisione del trattamento economico all’estero vero e proprio, che avverrà però “attraverso un disegno di legge”. Non saranno tagli lineari ma mirati, ha aggiunto Mogherini, ricordando che la Farnesina ha già contribuito negli ultimi anni a una revisione della spesa pubblica rendendola “una delle amministrazioni pubbliche meno costose”: “Rispetto al 2008 il bilancio ha subito una riduzione del 25%, rideterminando gli organici con il 20% di diplomatici e il 10% di funzionari in meno e intervenendo sulla rete estera”. La revisione riguarderà ancora la rete consolare italiana, ottimizzando gli strumenti informatici o avviando “forme alternative di presenza consolare, quali uffici di consolati onorari o funzionari itineranti” e “ipotizzando una concentrazione in pochi grandi consolati hub, circondati da una rete di strutture periferiche più leggere”. “Tutto ciò – ha concluso Mogherini – consentirebbe di drenare risorse per paesi strategici per la crescita e per la sicurezza dell’Italia”. (Laurence Figà-Talamanca/Ansa)

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