Salgono a cinque i sequestrati italiani nel mondo

ROMA. – Con il rapimento in Camerun dei due sacerdoti vicentini, Giampaolo Marta e Gianantonio Allegri, salgono a cinque gli italiani rapiti in varie zone nel mondo. Da oltre due anni non si hanno notizie del cooperante Giovanni Lo Porto: 38 anni, palermitano, fu sequestrato in Pakistan il 19 gennaio 2012, insieme a un collega tedesco, a Qasim Bela, nella provincia del Punjab, dove lavorava per la Ong tedesca Welt HungerHilfe (Aiuto alla fame nel mondo) alla ricostruzione dell’area messa in ginocchio dalle inondazioni del 2011. Nel luglio dello scorso anno è scomparso in Siria padre Paolo Dall’Oglio, 59 anni, gesuita romano che per trent’anni, e fino alla sua espulsione nell’estate 2012, ha vissuto e lavorato nel suo Paese d’adozione in nome del dialogo islamo-cristiano. Da più parti si è detto che Dall’Oglio sia stato rapito nel capoluogo settentrionale di Raqqa da membri dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis), formazione qaedista capeggiata da combattenti iracheni e di altre nazionalità e sempre più ostile alla causa degli insorti siriani. Ma l’Isis non ha mai rivendicato il rapimento. Le notizie più recenti ma non verificabili sul terreno, riferiscono della sua presenza in una delle prigioni dell’Isis nella regione di Raqqa assieme ad altri detenuti occidentali. Il 22 marzo scorso si sono perse le tracce del tecnico Gianluca Salviato, 48 anni, originario della provincia di Venezia, impiegato da alcuni anni per la Ravanelli di Venzone (Udine), società che opera nel settore della costruzioni. L’uomo é stato rapito nella Cirenaica e c’é apprensione per la sua sorte in quanto soffre di diabete e ha bisogno dell’insulina.