Governo – Opposizione – Unasur, prove di dialogo

CARACAS – E’ senz’altro un passo importate,  ma non l’inizio del dialogo. Lo ha precisato il Segretario Generale della “Mesa de la Unidad”, Ramón Guillermo Aveledo.

– Questo é un incontro per esplorare se vi sono le condizioni per iniziare un dialogo fruttifero con il Governo – ha detto Aveledo poco prima di recarsi alla “Casa Amarilla”, sede del Ministero degli Affari Esteri.

Qualcosa, quindi, si sta muovendo. Non sará piú di uno spiraglio ma pur sempre una risposta positiva da parte di Governo e Opposizione ai tentativi di mediazione di Unasur.

Il via libera agli incontri per la “pacificazione” é stato annunciato in tv da Maduro, il quale ha quindi accettato una “proposta” avanzata dai ministri degli esteri di alcuni paesi dell’Unasur. Tra mille difficoltà, e in vista di una prima riunione “preparatoria”, l’organismo sudamericano sta in queste ore cercando di risolvere quelli che sono i nodi chiave di una mediazione che si preannuncia comunque lunga e complessa dopo le proteste e la repressione delle ultime settimane.

– Ciascuna delle due avrà tre portavoce – ha sottolineando a nome dell’organismo il ministro degli esteri dell’Ecuador, Ricardo Patiño. Sono ancora da decidere “i punti dell’agenda di lavoro e le condizioni necessarie per una riunione formale”, mentre entrambi gli interlocutori, ha precisato Patino, hanno accettato che “il dialogo sia pubblico, ma non tutti gli incontri”.

I punti irrinunciabili per sedersi al tavolo dei negoziati sono, per l’opposizione, “la legge d’amnistia, il rispetto e il riconoscimento delle autorità locali”, come ha sottolineato lo stesso Patiño dopo un colloquio con l’alleanza del Mud (Mesa de unidad) di cui fa parte una ventina di partiti anti-chavisti.

Un altro punto chiave è quello della designazione di un garante dei negoziati. Sulla possibilitá che tale ruolo sia ricoperto dal Vaticano – fatto del quale si parla da tempo – Patiño ha puntualizzato che la decisione finali é nelle mani delle parti. Tra le difficoltà ci sono peraltro anche i contrasti tra le diverse anime dell’opposizione antichavista, viste le differenze esistenti tra il settore più moderato, guidato da Henrique Capriles, e quello più duro contro il governo ‘bolivariano’, rappresentato dalla parlamentare Maria Corina Machado e da Leopoldo Lopez, in carcere ormai da molte settimane.

Le prove di dialogo avviate in queste ore giungono dopo circa due mesi di proteste dell’opposizione contro il governo del presidente Maduro e fasi di dura repressione a Caracas e nelle altre cittá  del paese, con un bilancio di 39 morti e centinaia di feriti. Tra i morti anche il giovane italo venezuelano, Roberto Annese, a Maracaibo.

Il presidente  Maduro ha liquidato le proteste dell’pposizione in un’intervista uscita su The Guardian come “una ribellione di ricchi”. Accusando ancora una volta gli Usa di aver fomentato “un golpe al rallentatore, stile Ucraina”, al fine di poter “prendere in mano il petrolio venezuelano”.

Gli Stati Uniti rispondono alle accuse del presidente Maduro con il silenzio. Ieri John Kerry, Segretario di Stato nordamericano, interpellato dal Comitato per gli Affari Esteri del Senato ha detto che di non voler emettere opinioni per evitare che possano essere interpretate come intromissione, in un momento in cui si apre una possibilitá di dialogo.

– Siamo favorevoli agli sforzi che si stanno realizzando per porre fine alla violenza – ha detto Kerry -. Speriamo aver luogo un dialogo onesto per soddisfare le  proteste legittime dei venezolani.

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