Prostituzione: Lombardia per referendum su legge Merlin

MILANO. – Il Consiglio regionale lombardo ha chiesto formalmente un referendum per l’abrogazione parziale della legge Merlin che regola la prostituzione, in vista di una riapertura delle case chiuse auspicata dal centrodestra. E’ stato probabilmente decisivo (numeri alla mano, considerata la scelta finale del voto segreto chiesto da Umberto Ambrosoli) il sostegno annunciato dai consiglieri del Movimento 5 Stelle, col Nuovo Centrodestra che ha votato invece contro come Pd e Patto Civico. In Aula, dove era presente anche il governatore Roberto Maroni, la maggioranza assoluta richiesta è stata raggiunta per un voto solo: in totale 41 (su 80), 29 quelli contrari. Perchè si arrivi davvero all’indizione del referendum servirà però che anche altre quattro assemblee regionali avanzino la medesima richiesta, aspetto su cui nella discussione non sono emerse notizie. La proposta illustrata dal capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, nella convinzione che abrogando quelle parti della Merlin che vietano la prostituzione in abitazione si ”liberino le strade” dal degrado, ha ricevuto il sostegno anche di Forza Italia-Lista Maroni-Fratelli d’Italia-Pensionati. E, appunto, del M5S, soprattutto per ”rispetto” dell’istituto che permette la partecipazione diretta dei cittadini, anche se la portavoce Paola Macchi ha sostenuto che ”l’obiettivo unico della Lega è di racimolare voti”, in vista delle elezioni. Di fronte alle accuse di cercare il gesto ”propagandistico” formulate dal centrosinistra, il centrodestra (senza Ncd) ha definito la richiesta di referendum come una ”battaglia di civiltà”. Romeo ha sostenuto che ”il popolo deve avere la possibilità di esprimersi sull’argomento: sotto la pressione di un possibile referendum, il Parlamento sarà finalmente obbligato a legiferare su questo tema”. Il Consiglio regionale non ha dunque tenuto conto delle perplessità espresse, nelle audizioni in commissione, dalle associazioni che si occupano direttamente di prostituzione (fra queste il Comitato per i diritti civili delle prostitute di Pia Covre e la Caritas Ambrosiana), secondo cui sostanzialmente non solo è inutile abrogare parzialmente la legge, poiché così si creerebbe solo un vuoto normativo, ma non è scontato che le lucciole lascino le strade dopo l’approvazione di un eventuale quesito referendario. Il capogruppo Ncd, Mauro Parolini, ha spiegato di condividere la ”necessità di una profonda riforma”, ma non ritiene giusta la strada del referendum. Dal Pd, Fabio Pizzul, ha paventato il rischio di vuoto normativo con una conseguente ”deregolamentazione e depenalizzazione anche dei reati previsti”. (Alessandro Franzi/Ansa)