Argentina: protesta contro inflazione, svalutazione e politica fiscale

BUENOS AIRES. – Argentina paralizzata da uno sciopero generale proclamato da tre delle cinque centrali sindacali del paese contro la politica economica del governo di Cristina Fernandez de Kirchner. Le strade di Buenos Aires e delle principali città del paese sono rimaste bloccate, perché lo sciopero è stato molto seguito in tutto il settore dei trasporti: treni, autobus e aerei non funzionavano e perfino la metropolitana della capitale, dove il sindacato di settore non seguiva la protesta, si è vista obbligata a chiudere le porte. I principali motivi dello sciopero – la più dura azione sindacale contro Cristina dall’inizio della sua presidenza, nel 2007 – sono legati all’effetto dell’inflazione (oltre al 20% nel 2013 e già al di sopra del 10% nel primo trimestre del 2014), la svalutazione del peso (-13%) e una politica economica denunciata dai sindacati d’opposizione come una “manovra nascosta” da parte del governo.  La protesta arriva quando molti sindacati stanno aprendo le trattative per il rinnovo dei contratti di settore reclamando aumenti per lo meno del 30% e un innalzamento della soglia minima per l’applicazione dell’imposta sul reddito, in un contesto economico difficile per l’economia del Paese.  Juan Carlos Schmid, dirigente del settore della Cgt peronista passato all’opposizione, ha dichiarato a metà giornata che “lo sciopero è stato un grande successo, con milioni di lavoratori che vi hanno aderito”. Alla mobilitazione dei sindacati di opposizione si è aggiunta anche la protesta dei settori della sinistra trozkista, in crescita da oltre un anno nel paese, con picchetti sulle principali vie di accesso a Buenos Aires per impedire il traffico: si sono registrati anche alcuni scontri con la polizia. Il governo e i settori che lo appoggiano hanno risposto allo sciopero con disprezzo: il capo del gabinetto presidenziale, Jorge Capitanich, ha detto che si trattava di “un picchetto a livello nazionale e di una protesta del trasporto pubblico”. Una serie di dirigenti e personalità favorevoli alla Kirchner hanno pubblicato una dichiarazione nella quale si chiede con ironia: “Che ne direbbero Evita e Perón di uno sciopero appoggiato dalla Società Rurale?”, tradizionale bastione dei proprietari agricoli più facoltosi. Alcuni analisti hanno osservato che la protesta di segna un punto di flessione nel rapporto fra governo e sindacati, nello stesso giorno in cui il ministro dell’Economia, Axel Kiciloff, é volato a Washington per partecipare all’assemblea dell’Fmi e della Banca Mondiale. Un appuntamento importante per Buenos Aires che vuole tornare ad avere accesso al circuito di crediti a livello globale.

 

Lascia un commento