Berlusconi ancora “paperone” del Parlamento, ma reddito crolla

ROMA. – Anche se non è più senatore dal 27 novembre dello scorso anno, Silvio Berlusconi si aggiudica ancora la classifica dei “paperoni” del Parlamento. La sua dichiarazione dei redditi presentata nel 2013, e resa pubblica insieme a quelle di tutti gli altri parlamentari, è la più ricca di tutte. Ma questa volta il primato è messo in ombra da un clamoroso crollo del suo reddito: Berlusconi è passato da un imponibile di 35,5 milioni dichiarato l’anno prima a uno di “appena” 4,5 milioni. Insomma, un crollo di 30 milioni che avvicina Berlusconi al secondo dei “nababbi” in Parlamento, il re delle cliniche e editore di Libero Antonio Angelucci, anche lui di Forza Italia, che nel 2013 ha dichiarato un reddito di 4 milioni e 372mila euro. Gli altri milionari del Parlamento sono imprenditori, broker e manager di varia provenienza politica. Anche il Pd ha la sua quota di parlamentari facoltosi: il club dei milionari del Pd comprende il senatore Renato Turano, eletto all’estero nella circoscrizione America settentrionale, che ha messo in tasca 2,9 milioni di euro, il deputato renziano Itzhak Gutgeld (1.757.295 euro guadagnati come broker finanziario) e l’ex direttore generale di Confindustria Giampaolo Galli (che di euro ne ha messi in tasca 1.321.436). Non se la “passano male” anche gli avvocati di Berlusconi: al Senato, Niccolò Ghedini ha dichiarato 2.173.781 euro, alla Camera, Piero Longo 778.091. Portafogli pesanti nelle file centriste. Tra i parlamentari arrivati con il treno di Mario Monti spiccano l’avvocato Gregorio Gitti (3.426.455 euro), l’ex vicepresidente di Confindustria Alberto Bombassei 845.813 euro di imponibile (sette auto storiche tra le quali una Jaguar del 1937 e uno yacht con due motori da 1260 cavalli), e la campionessa olimpica Valentina Vezzali, con un 730 da 672.348 euro. Complessivamente, le dichiarazioni dei redditi rese note dalla Camera e del Senato, segnalano una rivoluzione riguardo alla provenienza dei nuovi parlamentari. Se fino a qualche anno fa chi arrivava a Montecitorio e a Palazzo Madama aveva un lavoro stabile e retribuito, questa volta un gran numero di “new entry” sono disoccupati o con attività saltuarie. Moltissimi parlamentari grillini (ma non solo), nel 2013 non hanno nemmeno presentato la dichiarazione dei redditi. Molti altri hanno dichiarato imponibili di poche migliaia di euro. Un fenomeno che riguarda soprattutto l’M5s (a zero reddito sono il vicepresdiente della Camera Luigi Di Maio e il presidente della Vigilanza Rai Roberto Fico), ma anche qualche deputato del Pd o di Sel. 730 “povero” anche per la presidente della Camera Laura Boldrini: la dichiarazione dei redditi del 2013 registrava solo 6.314 euro. Ma in un’annotazione allegata alla documentazione presentata a Montecitorio, la presidente precisa di aver ricevuto 94.304,63 euro dall’Onu per il suo incarico di dirigente dell’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, somma con ritenuta alla fonte non soggetta a imposizione fiscale. Quanto a Grasso, il presidente del Senato ha dichiarato 176.499 euro: era il suo compenso da procuratore nazionale antimafia, carica che aveva nel 2012. Da quando è ai vertici di Palazzo Madama si è auto-ridotto l’emolumento alla metà. Dalla lettura della corposa documentazione messa a disposizione da Camera e Senato si vengono a sapere i gusti di deputati e senatori in fatto di automobili e investimenti azionari. Si scopre così che Gianfranco Rotondi ha una A112 del 1978, la parlamentare di Scelta Civica Ilaria Borletti ha un trattore, e che il leghista Massimiliano Fedriga, in prima linea nella polemica contro la Germania della Merkel ha una Bmw e 44 azioni della Deutsche Telekom. (Marco Dell’Omo/ANSA)

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