Vaticano: “Necessario il dialogo, no a soluzioni drammatiche”

ROMA – “Spero che si riesca ad aiutare questo paese ad uscire da una situazione molto polarizzata in cui si è trovato in questi ultimi anni. La Chiesa e la Nunziatura hanno sempre cercato di offrire la loro presenza e la loro opera a questo scopo, uno strumento per avvicinare le parti e per tentare di trovare punti comuni soprattutto guardando al bene del paese aldilà degli interessi particolari di ciascun gruppo”. Lo ha detto il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, a margine di una veglia di preghiera.

– Ebbene – ha proseguito Parolin – adesso questo servizio della Chiesa, della Nunziatura e della Santa Sede si sta traducendo un po’ in questa forma di mediazione: attualmente la sta seguendo il nunzio. La prima riunione è servita quantomeno ad incontrarsi anche se non ci sono stati grandi progressi o risultati. Ma speriamo – ha comunque auspicato il segretario di Stato – che questa voglia di incontrarsi di nuovo sia il segno di una volontà di mediazione in modo da evitare soluzioni drammatiche

Intanto, sugli incontri che potrebbero realizzare Governo e Opposizione, se il tavolo di dialogo regge, incombe non solo l’ombra di nuove proteste, che giá hanno fatto 41 morti,  ma anche la crisi economica. In primis, i problemi di approvvigionamento dei generi alimentari di prima necessità che continuano ad aggravarsi. La Banca Centrale, infatti, ha reso noto che nel mese di marzo il tasso di scarsità ha raggiunto il 60,2%. Quindi, al supermercato locale, stando ad un’inchiesta di Datanalisis, un consumatore otterrà in media meno della metà dei 18 prodotti che costituiscono il paniere familiare di base.

I rilevamenti dell’istituto demoscopico indicano che nel primo trimestre del 2014 il tasso di scarsità medio è stato del 51,9%, il che rappresenta un aumento del 14,7% rispetto allo stesso periodo del 2013 e del 36% rispetto al 2012. Sull’insieme dell’anno, il tasso medio registrato nel 2013 è stato del 37,2%, nel 2012 del 15,9% e nel 2011 del 19,1%.

Secondo l’inchiesta -effettuata in base a dati delle catene di distribuzione tanto pubbliche quanto private- il 65% dei venezuelani dichiara aver ridotto i propri acquisti durante l’anno scorso: il 31,9% ha detto che compra quantità minori, il 21,4% che ha smesso di comperare determinati prodotti o marche e l’11,9% ha detto che fa la spesa con meno frequenza. Il sondaggio indica che l’economia è diventata il problema principale del paese per il 48,4% dei venezuelani, superando l’insicurezza (40%), che nell’aprile dell’anno scorso era vista come la principale preoccupazione dei cittadini (57%).