Corea del Sud: traghetto affondato, denuncia inascoltata

TOKYO.- La presidente Park Geun-hye affonda il colpo contro capitano e parte dell’equipaggio del Sewol, il traghetto affondato mercoledì al largo delle coste meridionali della Corea del Sud, accusati “di atti del tutto incomprensibili e inaccettabili” e che equivalgono “all’omicidio”. La mossa, durissima, si configura come uno sforzo per rompere l’assedio a presidenza e governo, premier in testa, accusati da opinione pubblica e parenti dei dispersi di gestione approssimativa dei soccorsi quando, al termine del sesto giorno di operazioni nelle acque limacciose e mosse dell’isola di Jindo, il bollettino aggiornato segnala 87 vittime accertate, 215 persone mancanti all’appello e sempre 174 tratti in salvo. La rabbia dei familiari in attesa di notizie, soprattutto dei genitori dei circa 200 studenti della Denwon High School in gita verso Jeju, è esplosa in una conferenza stampa nella quale, tra forti tensioni, è stato intimato al governo di accelerare gli sforzi, e possibilmente chiuderli, entro giovedì sfruttando le condizioni meteo relativamente favorevoli. Park ha promesso che saranno scoperte e chiarite “tutte le irregolarità e le responsabilità” nelle operazioni a bordo della nave “sia penali sia civili”, concedendo l’ammissione di “seri problemi” alla risposta iniziale al disastro del governo. Del resto, a sei giorni dalla sciagura, tre esperti olandesi si sono uniti alle ricerche, mentre solo ora le autorità sudcoreane hanno chiesto aiuto ai progettisti giapponesi del traghetto e alla Cina per l’invio di chiatte e gru con l’impossibilità di usare la Tongyeong, unità della marina sudcoreana da 160 milioni di dollari per il recupero di enormi navi in fase sperimentale. Ad Ansan, vicino a Seul, si sono tenuti i primi funerali: dal vice preside, sopravvissuto alla tragedia e suicidatosi per non essere riuscito a “difendere” i suoi alunni, ad alcuni studenti i cui corpi sono stati recuperati subito. Sul fronte delle indagini, la polizia ha arrestato altri quattro membri dell’equipaggio (tre ufficiali e un meccanico), mentre la procura incaricata di chiarire il naufragio ha avviato le verifiche delle responsabilità penali dell’ operatore del traghetto, Chonghaejin Marine, che ha deciso di sospendere tutte le attività. A 44 persone, tra cui maggiore socio, vertici e funzionari, è stato disposto il divieto di lasciare il Paese. Nel rapporto alla partenza dal porto di Incheon, Chonghaejin Marine ha riferito alla Korea Shipping Association un totale di 450 passeggeri, 24 membri dell’equipaggio, 150 veicoli e 657 tonnellate di carico, secondo la tv Ytn. Dopo l’incidente ha cambiato i dati: 477 persone a bordo (cifra rivista più volte), carico di 1.157 tonnellate e 180 veicoli. Le ultime testimonianze raccolte dal pool investigativo hanno fornito dettagli utili alle indagini: il capitano titolare, in ferie il giorno dell’incidente e convocato ora dalla polizia per le indagini, si era lamentato molte volte con la compagnia per i lavori di ampliamento del traghetto fatti ai cantieri di Yeongam allo scopo di trasportare ulteriori 120 passeggeri. L’innalzamento di un intero piano a poppa aveva aumentato la instabilità e le oscillazioni dello scafo: circostanza riferita dalla radio pubblica Kbs e confermata dalla moglie del capitano e da un ufficiale di navigazione del Sewol. “Mio marito – ha detto la donna – non voleva essere al comando di inverno perché temeva potesse capitare un incidente”. Del capitano ‘supplente’ arrestato, Lee Jun-seok, fuggito tra i primi sulla scialuppa dei soccorsi malgrado le centinaia di passeggeri a bordo, è stato rivenuto un video pubblicitario del 2010 in cui assicurava che i traghetti erano “i più sicuri mezzi di trasporto. Basta seguire le istruzioni dell’equipaggio”. Una beffa. (Antonio Fatiguso/Ansa)

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