Dalla Nasa 5 missioni dedicate alla Terra

ROMA. – Cinque nuove missioni per studiare il pianeta e una raccolta di “selfie” per disegnarne il ritratto: così La Nasa celebra la Giornata della Terra. Oltre ai satelliti che dallo spazio fotograferanno la Terra per monitorare il suo stato di salute, l’ente spaziale americano lancia anche un appello per avere un’immagine della Terra composta da milioni di autoscatti di paesaggi con le nostre facce. Entro maggio la Nasa prevede di montare tutte le immagini ricevute per ricavare un mosaico che possa comprendere il più alto numero di abitanti della Terra. Per inviare il selfie basta andare sul sito della Nasa e seguire le istruzioni. Sono richieste immagini di montagne, parchi, cielo, fiumi e laghi. Dallo spazio, invece, le nuove missioni della Nasa sono tutte destinate a partire entro l’anno e si aggiungono alle 17 già in orbita. La prima missione, chiamata Gmp (Global Precipitation Measurement) è stata realizzata in collaborazione con l’ente spaziale giapponese Jaxa ed è stata lanciata lo scorso 27 febbraio. Il satellite sta inviando a terra dati sulle precipitazioni piovose e nevose dell’intero globo, che aiuteranno sia a comprendere meglio il ciclo dell’acqua, sia a migliorare le previsioni del tempo e a gestire le risorse idriche. Oco-2 (Orbiting Carbon Observatory-2), il cui lancio è previsto in luglio, misurerà costantemente i livelli di anidride carbonica (CO2). In novembre è in programma la missione Amap (Soil Moisture Active Passive), progettata per osservare ogni fase critica del ciclo dell’acqua, dalle falde acquifere sotterranee alle precipitazioni, fino agli oceani. L’obiettivo è fornire ai ricercatori dati inediti e cruciali per contribuire allo studio dei cambiamenti climatici. Lo strumento ISS-RapidScat sarà invece istallato a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (Iss) e dovrà osservare come si comportano i venti in tutto il mondo, a beneficio delle previsioni meteo e per controllare la formazione e il comportamento degli uragani. Alla comprensioni dei cambiamenti del clima globale contribuirà infine Cats (Cloud Aerosol Transport System), programmata per studiare l’interazione tra gli aerosol e le nubi. (Paolo D’Angelo/Ansa)