Renziani minacciano il voto anticipato ma il Premier li calma

ROMA. – “Calma e gesso. Andiamo avanti senza cedere alle fibrillazioni elettorali”. Matteo Renzi tiene dritta la barra del timone. Non si lascia scoraggiare dal braccio di ferro in corso nel Pd sulle riforme. Né dalle tentazioni di strappo da parte di Silvio Berlusconi. Guarda in faccia i senatori dem e li sfida a discutere insieme delle modifiche che vorrebbero apportare al ddl del governo. E aspetta al varco il Cavaliere: decida che vuole fare “noi non rovesciamo il tavolo”. Ma tra i renziani si fa sempre più forte la tentazione di andare al voto anticipato, per guadagnarsi un Parlamento più “leale”. “Matteo, chi te lo fa fare a continuare così?”, domanda Roberto Giachetti in una lettera aperta al premier. La campagna per le europee infiamma i toni di alleati e avversari. Le fibrillazioni nei gruppi parlamentari del Pd, sulle riforme e non solo, sono continue, “inconcepibili”. La minoranza dem vorrebbe esercitare un potere di “interdizione” sulle riforme. Si percepiscono sempre più forti i tentativi di porre veti e ostacoli all’azione del governo. E allora, domanda pubblicamente Giachetti, non è forse meglio sfidare subito avversari interni ed esterni a misurarsi nel “referendum” delle elezioni anticipate? Tanto più che nel Pd circolano sondaggi interni che segnalano in continua crescita la fiducia in Renzi. Certo, Giachetti è consapevole che votare con il Consultellum vorrebbe dire essere costretti di nuovo alle larghe intese. Ma almeno, fa notare il vicepresidente della Camera al premier, così si potrebbero eleggere gruppi parlamentari “più coesi e leali”, meno legati alla sinistra Pd (l’altra volta il candidato premier era Bersani) e più a Renzi. La tentazione di accelerare, insomma, si fa sempre più forte tra i renziani. Giachetti lo dice, altri parlamentari lo pensano. Ma il segretario del Pd per ora frena: “Giachetti esagera come sempre”, dice ai suoi. L’indicazione è tenere la barra dritta, senza vacillare: “Noi stiamo tranquilli, vediamo le carte”, dice Renzi. Che con “soddisfazione” incassa la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto che dà un bonus di 80 euro ai cittadini e già lavora alla riforma della prossima settimana sulla P.a. Ma è convinto che si possa riuscire anche a portare a casa il risultato delle riforme. Perciò martedì prossimo andrà in prima persona a incontrare i senatori del Pd. Affronterà a viso aperto Chiti e gli altri. Poi la settimana successiva, forse il 6 maggio, dovrebbe convocare una nuova direzione del Pd per mettere in chiaro una volta per tutte la linea del partito sulle riforme. E Berlusconi? A Palazzo Chigi si attende di capire se prevarrà la ‘linea Letta’ o la ‘linea Brunetta’. Il Cavaliere, visti anche i sondaggi non buoni per Forza Italia, sembra oscillare tra le due linee. Un momento rassicura, il momento dopo fa intravedere rotture. Ma “calma e gesso”, dice Renzi ai suoi. “Noi non rovesciamo il tavolo”. Se Berlusconi deciderà di farlo, è il sottotesto, si prenderanno le contromisure. Che secondo Giachetti, ma anche secondo il lettiano Francesco Boccia, dovrebbero a quel punto essere le urne anticipate. (Serenella Mattera/ANSA)

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