Battaglia a Odessa, polizia assediata libera filorussi

MOSCA. – Ad una settimana dagli annunciati referendum per l’indipendenza nel russofono sud-est ucraino, l’esercito di Kiev rafforza la sua offensiva nella regione di Donetsk, tagliando le vie di comunicazione e irrobustendo l’assedio a Sloviansk, roccaforte dei separatisti filorussi, ed attaccando altre due città: Konstiantinivka (Konstantinovka in russo), a qualche decina di chilometri, e Mariuopol, sul mare d’Azov. Poco dopo l’avvio del nuovo blitz, il ministro degli Interni ucraino Arseni Avakov ha riferito di diversi soldati feriti, anche se per ora non ci sono bilanci su eventuali vittime. Ma oggi i riflettori restano puntati a sud, su Odessa, dove la tragedia dell’incendio nel quale sono morti oltre 40 filorussi, dopo gli scontri dell’altro ieri con i filo governativi, continua ad essere terreno di tensione e accuse tra Mosca e Kiev e dentro la storica città sul Mar Nero. Nel secondo giorno di lutto nazionale, una folla di oltre mille separatisti si è radunata davanti alla sede della polizia reclamando il rilascio dei 160 arrestati per i tafferugli, in gran parte filo Mosca. Gli agenti, in assetto anti sommossa, si sono schierati davanti all’edificio ma sono stati presi ad ombrellate da alcune ‘babushke’ (anziane). “Fascisti”, “Libertà”, “Russia”, gridava la gente. La protesta si è presto trasformata in un assalto, con lanci di pietre contro le finestre e il portone d’ingresso divelto, mentre i poliziotti si barricavano all’interno, preferendo alla fine liberare una settantina di arrestati. “Eroi, eroi”, li ha acclamati la folla, che li ha portati in trionfo. E’ l’ennesimo cedimento dello Stato di fronte alle violenze, la riprova che Kiev non ha il pieno controllo della situazione nel sud-est. Lo ha ammesso anche il premier ucraino Arseni Iatseniuk, volato a Odessa per parlare con le autorità locali. In un’intervista alla Bbc, ha accusato la polizia di non aver “fatto nulla per fermare i disordini”, annunciando il licenziamento di tutti i vertici e promettendo un’inchiesta completa. Nello stesso tempo, però, il capo del governo ha denunciato che la tragedia di Odessa fa parte di un “piano fomentato dalla Russia per distruggere l’Ucraina”. “L’obiettivo di Mosca è ripetere a Odessa quello che sta accadendo nell’est del Paese”, ha sostenuto. La Russia invece continua a puntare il dito contro Kiev per un rogo che i media russi paragonano a quelli nazisti e chiede che l’Osce e il Consiglio d’Europa diano “immediatamente una valutazione imparziale” sugli ultimi sviluppi della crisi. Intanto Papa Francesco, al Regina Caeli in Piazza San Pietro, ha invitato a pregare “per le vittime di questi giorni” in Ucraina, auspicando l’arrivo della “pacificazione” e della “fratellanza”. Dall’Italia arriva anche una offerta di disponibilità ad inviare un contingente di peacekeeper: “Non possiamo stare a guardare. Certo, senza agire da soli, ma attraverso l’Onu, la Nato e l’Unione europea”, ha detto in una intervista a Repubblica il ministro della Difesa Roberta Pinotti. Mentre Berlino propone una seconda conferenza di Ginevra per una soluzione diplomatica e la cancelliera Angela Merkel al telefono con Putin sottolinea la necessità di una “azione internazionale” per ridurre le tensioni. Dalla Germania però un’altra notizia rischia di irritare il Cremlino: secondo il Bild am Sonntag, l’edizione domenicale del quotidiano tedesco Bild, decine di specialisti dei servizi di intelligence e della polizia federale americana contribuiscono ad aiutare il governo ucraino. Citando fonti tedesche anonime, il Bild precisa che agenti della Cia e dell’Fbi aiutano Kiev a mettere fine alla ribellione nell’est dell’Ucraina e a creare un dispositivo di sicurezza efficace, senza però un coinvolgimento diretto negli scontri con i separatisti filorussi. “La loro attività è circoscritta alla capitale Kiev”, scrive il giornale. (Claudio Salvalaggio/ANSA)

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