Monti “incoronato” tra i grandi di Francia

PARIGI. – Mario Monti “incoronato” tra i ‘grandi’ di Francia: l’ex presidente del Consiglio italiano ed ex commissario Ue si è insediato oggi all’Institut de France, una delle più prestigiose istituzioni della République, nell’unico posto riservato agli stranieri, lasciato vacante dopo la morte del presidente ceco Vaclav Havel. Nel corso della cerimonia solenne sotto la cupola dorata del cardinale Mazarino, storica sede dell’istituto affacciata sulla Senna, Monti – che ieri sera ha cenato all’ambasciata d’Italia con, tra gli altri, il presidente Fran&Daggerois Hollande e con l’ex premier Enrico Letta – si è detto “onorato” per la nomina in una delle più antiche istituzioni di Francia. L’Institut de France fu infatti fondato nel 1795 ed è composto da cinque accademie, tra cui l’Académie fran&Daggeraise e l’Académie des Sciences morales et politiques. “Sono molto emozionato, ma anche ulteriormente incoraggiato e stimolato a lavorare nell’interesse dell’Europa”, ha affermato il Senatore a vita, dicendosi “felice di succedere a un grande europeo come Vaclav Havel, con cui condivido molto. Anche se il confronto è schiacciante”. A meno di un mese dal voto europeo, Monti ha anche lanciato un avvertimento contro i populismi. “Oggi – ha affermato – sono spesso i partiti ‘anti-sistema’, come il Movimento 5 Stelle in Italia o il Front National (in Francia) che chiedono l’uscita dall’euro. Eppure il più grande regalo che si potrebbe fare al ‘sistema’, alla cosiddetta ‘casta’, sarebbe ridar loro il potere di giocare con la moneta, di riattivare le reti nazionali di connivenza e di clientelismo”. Un paradosso che Monti è tornato a illustrare ai cronisti al termine della cerimonia: “Forse questi giovani non ricordano cos’era la politica italiana, e quella di altri Paesi, prima che ci fossero alcune regole comuni, di inquadramento, che hanno finalmente portato la politica a essere un pochino più rispettosa delle nuove generazioni, del futuro”, ha affermato il Professore, sottolineando che il mercato unico e l’euro sono stati una sorta di “guerra di liberazione dalle nostre pulsioni più nefaste”. L’Europa ci ha “preservato dalle scelte malsane, se non immorali” del passato. E ancora: “Se vogliamo tornare agli abusi, ai clientelismi, alla corruzione, a un quadro di instabilità, facciamo l’uscita dall’euro. Sarà un enorme regalo ai politici in senso tradizionale”. A Parigi il professore ha anche invitato la Francia a ritrovare il suo peso in Europa. “Se in questo momento l’Europa va male – ha detto – è senza dubbio proprio perché la Francia non svolge più pienamente quel ruolo che dovrebbe e potrebbe giocare in Europa (…) Oggi la sfida è che la Francia torni a fare la Francia, vale a dire svolga pienamente il suo ruolo di ponte con la Germania. Ma ciò – ha proseguito Monti – presuppone un miglioramento delle sue performance e l’attuazione delle regole che ha firmato e ratificato”, come il vincolo del 3% tra deficit e Pil. Il discorso di Monti, di circa un’ora, è stato salutato dal lungo applauso dell’aula. “Un italo-europeo aperto sul mondo” lo ha definito Thierry de Montbrial, uno dei membri dell’Institut, ricordando la “fermezza” di Monti contro le multinazionali ai tempi in cui era commissario Ue alla Concorrenza. L’accademico ha quindi riconosciuto all’economista lombardo alcuni meriti fondamentali, tra cui il ripristino dell’immagine internazionale dell’Italia, la lotta contro il deficit e per le riforme, il “salvataggio dell’euro”, insieme a Parigi e Berlino, e l’impulso per un “cambio di direzione” in Italia (che egli ha “resuscitato”) e in Europa. “Anche se è ancora troppo presto perché i suoi connazionali lo capiscano pienamente”, ha concluso l’alto accademico francese. (Paolo Levi/ANSA)

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