L’Italia per gli italiani all’estero

TÄGERWILEN. – Nelle maglie delle riforme a cui sta lavorando il nuovo governo del nostro paese, non sono ancora state avanzate delle proposte per rilanciare una nuova politica a sostegno della presenza italiana all’estero. Si tratta di un’iniziativa politica necessaria e inderogabile, che sollecitiamo venga espletata con urgenza, perché oramai il sistema delle relazioni tra il nostro Paese e la nostra presenza all’estero, che ha retto fino a qualche anno fa pur con molte difficoltà, mostra profonde crepe e moltissimi limiti in quanto, oramai, è superato nei fatti. Anche nell’esposizione italiana all’estero il governo di Matteo Renzi è sollecitato a cambiare verso, è chiamato a rivedere non solo l’articolazione e i presidi della sua rete diplomatica e consolare, ma dovrà ripensare anche le modalità, gli strumenti e le professionalità per valorizzare le sue postazioni nel mondo e distribuire la propria offerta commerciale, culturale e il suo intervento di collaborazione nell’ambito della cooperazione.

Per superare i ritardi accumulati negli anni, bisogna andare oltre i proclami e l’evocazione di una tanta auspicata modernizzazione: occorrono i fatti e metodi nuovi. Sollecitiamo il governo ad agire apportando una vera discontinuità con pratiche amministrative ossidate e soprattutto l’alleggerimento da ingombranti zavorre che, anche in giro per il mondo, tengono bloccato il cambiamento. Perciò, il cambiamento non può essere affidato a chi fino ad oggi è stato parte di quel sistema arrivato al capolinea. Dunque,per una rimodulazione efficace e solidale della presenza italiana all’estero sarebbe oramai auspicabile introdurre anche nel Ministero degli esteri, assieme al dinamismo giovanile e audace che caratterizza il governo di Matteo Renzi si spianasse la strada a nuovi metodi manageriali ispirati alla meritocrazia ed evitare l’odiosa pratica dello spoil system.

In virtù di queste considerazioni è nostra premura incalzare il governo, richiamare il legislativo a fare presto e bene, chiedendo di far applicare nello spirito e nella pratica i dettami della legge sulla revisione della spesa. In questo nuovo clima politico incalziamo il governo di Matteo Renzi a prendere l’iniziativa per coinvolgere anche le Comunità italiane all’estero nel processo rinnovatore rendendole co-protagoniste della nuova rinascita italiana. Con la stessa determinazione ribadiamo la nostra contrarietà alla destrutturazione della rete consolare concepita, proposta e attuata dal Ministero degli esteri, chiedendo un intervento immediato per bloccare tutte le chiusure dei consolati e degli istituti di cultura italiana previsti entro la fine di luglio di quest’anno, partendo proprio dalla Svizzera dove in un breve lasso di tempo sono scomparse numerose agenzie e sedi consolari senza un adeguato riallineamento dei servizi.

La presenza italiana relegata in alcune aree desertiche del pianeta può essere concepita in altre forme, visto che oggi gli interessi energetici – evocati per giustificare l’apertura di nuove ambasciate – si fanno in sedi qualificate e sicuramente senza lo sperpero di denaro, che nelle more del risparmio potrebbe essere investito per altre finalità?

La stessa considerazione va fatta per la diffusione della lingua e della cultura italiana alla vigilia del nuovo anno scolastico,dell’utilizzo delle camere di commercio, degli enti commerciali e di promozione turistica della Penisola. Abbiamo l’obbligo e la consapevolezza di guardare avanti. In presenza di questa crisi tremenda l’Italia non può più camminare alacremente ma è costretta a correre in maniera spedita e convinta, ed il nostro impegno per l’Italia dovrà tracciare un percorso di progresso e di sviluppo umano, culturale e economico nel quale dovranno essere identificabili i valori della solidarietà, dell’uguaglianza e delle opportunità, che danno senso al nostro modo di sentirci e di essere diversi da chi ha interesse a gestire e vuole amministrare l’esistente.

Michele Schiavone/Segretario del PD in Svizzera