Offensiva verde Obama, cambiamenti clima minacciano Usa

NEW YORK. – Aumento del livello dei mari e uragani devastanti che mettono in pericolo le coste. Piogge e nubifragi sempre più violenti che provocano alluvioni mai viste. Periodi di caldo estremo che durano più di quanto ogni americano vivente ricordi. Il clima sta diventato una minaccia sempre più reale per il futuro dei cittadini statunitensi, come dimostrano i disastri provocati dalla siccità in California, dai tornado in Oklahoma, o dalle inondazioni in Florida. A lanciare l’allarme è un rapporto di 1.300 pagine intitolato ‘National Climate Assessment’ e redatto da una squadra di oltre 300 scienziati ed esperti per la Casa Bianca. Il dossier sottolinea la necessità di una svolta nelle politiche ambientali di Washington, svolta che il presidente Barack Obama si prepara ad intraprendere facendo della lotta ai cambiamenti climatici una delle priorità assolute dell’ultima parte del suo mandato. Il documento – secondo le anticipazioni – suggerisce in dettaglio le linee guida che dovranno ispirare l’agenda verde della Casa Bianca sino al 2016, indicando al presidente la strada da seguire nella fase più ambiziosa dell’attuazione del suo piano ambientale: quella della drastica riduzione delle emissioni di gas serra delle centrali elettriche. “Il cambiamento climatico era considerato un problema di un futuro lontano, ma si è spostato con forza nel presente”, si legge in una bozza del rapporto, nella quale si sottolinea come “le prove sono visibili ovunque”. E gli americani “stanno notando i cambiamenti intorno a loro”. Le conclusioni sono ancora al vaglio della Casa Bianca, ma la sostanza di base rimane invariata: il dossier rileva che la temperatura media negli Usa è aumentata di circa 0,8 gradi centigradi dal 1895 ad oggi, ma l’80% di tale crescita è avvenuta a partire dagli anni Ottanta. E l’ultimo decennio è stato il più caldo mai registrato nel Paese. “Non vi è alcun dubbio che il clima stia cambiando – afferma Don Wuebbles, scienziato dell’Università dell’Illinois e principale autore dello studio – e sta cambiando a un valore dieci volte maggiore del normale”. E così, gli esperti prevedono che gli Stati del Midwest e del Nord-Est degli Stati Uniti vedranno un aumento di forti acquazzoni e un maggior rischio di inondazioni. Mentre sulla costa Atlantica, nel Golfo del Messico e in Alaska a causa dell’innalzamento del livello del mare gli abitanti saranno colpiti da un numero maggiore di mareggiate, e i residenti delle città costiere, soprattutto in Florida, vedranno un numero più frequente di inondazioni. Non a caso un recente studio ipotizza che Miami, proprio come Venezia, possa rischiare davvero di trovarsi un giorno sommersa dalle acque. A lanciare un appello all’azione è anche il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon. Da Abu Dhabi, dove ha partecipato ad una riunione ad alto livello in vista del summit sul clima che si terrà a New York il prossimo 23 settembre, Ban ha detto che il mondo deve battersi con forza per fermare gli effetti del ‘climate change’. “Vi chiedo di avere una visione coraggiosa, e di intraprendere azioni che possano catalizzare il cambiamento”, ha detto. Poiche’ “se non agiamo in fretta, verranno cancellati tutti i nostri piani per una maggiore prosperità e sicurezza globale”. (Valeria Robecco/Ansa)

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