Salvini a Napoli:  è protesta, “sei tu a’ carogna”

NAPOLI. – I cori contro i napoletani li ha cantati, eccome, per sua stessa ammissione. Già perchè la Lega Nord con Napoli e i napoletani non è mai stata dolce, tutt’altro. Famose le offese come Napoli colera, Napoli che puzza, Napoli, e i napoletani, che dovevano essere lavati con il fuoco, quello del Vesuvio. E così stamattina quando proprio la Lega Nord, Matteo Salvini in testa, è arrivata nel cuore di Napoli, in piazza Carlo III, per il tour elettorale in vista delle Europee, i napoletani le accuse le hanno contraccambiate. Una dopo l’altra. E a Matteo Salvini si sono rivolti anche così: “Buffone, vattene, sei tu la vera carogna”, tra l’altro. Niente comizio, gazebo rimosso dai sostenitori, leader ‘verde’ che dopo poche battute con i giornalisti, circondato dalla polizia, è andato via, di corsa con la sua auto. E dopo lui i candidati. E dopo loro i militanti. Pochi, per la verità. Sulla faccia dei napoletani c’era scritto questo: “Ma dopo che, per anni, ci hai insultato tu e i tuoi amici leghisti, ora vieni qui a chiedere voti?”. E poi, “buffone, lavati con il fuoco tu”. E poi ancora Salvini è stato trasformato anche nell’ultrà Genny a’carogna quando proprio a lui è stato rivolto lo stesso appellativo, carogna appunto. Salvini c’ha provato. Ha detto che ai napoletani ha “chiesto cento volte scuse, lo faccio anche oggi”, ha ribadito che le offese erano “cori da stadio” e ha soprattutto provato a spiegare che a Napoli era venuto per “parlare di lavoro, della cancellazione della legge Fornero, di no all’euro”. ‘Buffone, buffone’, il leit motiv dei manifestanti – alcuni anche con la bandiera del Regno delle due Sicilie in mano – proprio mentre Salvini i napoletani li ringraziava perfino “per essersi recati a centinaia in Municipio a firmare i nostri referendum”. Qualcuno, tra militanti e candidati, come Antonio Coppola, ha provato a spiegarlo che “sì siamo napoletani e votiamo Lega perchè crediamo nel progetto e perchè vogliamo che le regole del Nord siano applicate anche al Sud”. Ma i napoletani non si sono affatto convinti. E Salvini ha promesso: “Tornerò presto”. “Peccato che a Napoli, e solo a Napoli, un gruppo di violenti non abbia permesso ai cittadini perbene di incontrare la Lega – ha commentato su Twitter e Facebook – Per qualcuno è più importante il tifo da stadio che non il lavoro. Ma in questa splendida città ci sono anche tante persone perbene, la Lega lavora per loro”. La contestazione si è poi trasferita a Taranto dove a causa dell’assembramento di operai e cittadini che gridavano slogan contro anti-leghisti, è saltata la conferenza stampa davanti alle portinerie dell’Ilva di Salvini che ha incontrato i giornalisti nell’area della rotonda del Lungomare di Taranto. Il segretario della Lega si è sfogato, ha definito ”follia” le ”contestazioni da stadio di Napoli”. Poi alla Zanzara ha rispolverato il classico armamentario anti-immigrati: ”vengono dall’Africa non dalla Svizzera e portano scabbia e tubercolosi. Il daspo va dato agli immigrati che sbarcano a Lampedusa, darlo a Genny ‘a Carogna per cinque anni è un’ipocrisia”. (Patrizia Sessa/ANSA)

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