Renzi sogna gli Stati Uniti d’Europa

FIRENZE. – Un’Unione più “light”, con meno “ansie contabili”, che non è solo un “passato comune” ma un “destino di tutti” con un salto di qualità: gli Stati Uniti d’Europa. E’ questo il futuro che ‘sogna’ Matteo Renzi per i suoi figli, per la gente e per chi non è cittadino europeo – come i migranti – ma che nel vecchio continente cerca accoglienza e dignità. Un futuro che passa attraverso le elezioni europee del 25 maggio e sulle quali, avverte il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, da Firenze, pesa l’incognita dell’astensionismo e quella, evocata dal premier, dello “spread del populismo” che è la sfida di oggi, passata quella dello “spread finanziario”. “Credo che la risposta più sbagliata sia quella dell’astensionismo e di un voto di rigetto dell’Europa”, afferma il capo dello Stato arrivando a Palazzo Vecchio per ‘The State of the Union’, la kermesse internazionale organizzata dall’Istituto Universitario Europeo. Anche se, tiene a sottolineare, “qualsiasi previsione catastrofica o azzardata non mi convince”. Renzi parla a tutto campo nel salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio e insiste su come ripensare i rapporti tra Italia ed Europa, con più grinta e convinzione. Il premier riafferma che l’Italia rispetta le regole e “proprio per questo” potrà chiedere di cambiarle nel prossimo semestre di presidenza, ripartendo da “crescita e occupazione” come “valori costitutivi” dell’Ue. L’orizzonte è quello in cui “le forze europeiste più convinte alzino la testa, mostrino il coraggio e spieghino con dovizia di particolari, ma anche con emozione e non solo con il linguaggio della tecnocrazia, che un’Europa più forte e più coesa è l’unica soluzione in questo tempo di globalizzazione per affrontare le difficoltà del nostro tempo”. Il rischio dell’affermazione di movimenti populisti ed euroscettici, è evocato anche dal ministro degli Esteri Federica Mogherini: “La crescita del populismo osserva – è l’esito naturale di dieci anni di scelte politiche che hanno incolpato gli altri” invece di assumersi le rispettive responsabilità e ora, con le prossime consultazioni, è necessario “dare impulso a una nuova fase della politica europea”. L’Europa che verrà, rilancia il presidente del Consiglio, parte dalla lotta alla “percentuali assolutamente inaccettabili della disoccupazione giovanile” e i protagonisti saranno loro, la generazione di “Erasmus e dei voli low cost”, anche la sua generazione, alla quale il premier rivendica il compito di cambiare. Quelli che quando sentono parlare di tornare “alla lira vanno con la mente ad uno strumento musicale”. Ma è l’Italia tutta che deve modificare il passo, anche nei rapporti con l’Europa. E se, a partire dal semestre di presidenza, vuole dire la sua con “determinazione”, deve avere il “coraggio di cambiare se stessa”. Ma Renzi le carte in tavola le vuole mettere tutte e non risparmia frecciate all’Ue, di cui ricorda l’impotenza ai tempi della strage di Srebrenica e alla quale rimprovera la latitanza sul problema dell’ accoglienza ai migranti chiedendo “se abbia senso che il diritto di asilo sia affermato a Bruxelles, ma poi negato dicendo che chi sbarca in Italia deve rimanere in Italia perché non può spostarsi liberamente in Europa”. Arrivando a Palazzo Vecchio, per la prima occasione ufficiale da quando è premier, Renzi non perde occasione per fermarsi a salutare fiorentini e turisti spuntando a piedi da Piazzale degli Uffizi, mentre tutti cercavano con lo sguardo la macchina blindata in Piazza della Signoria. E ci tiene a rinverdire, in salsa europea, il simbolo di Cosimo I de’ Medici. In Europa oggi bisogna “affrettarsi con saggezza”, come recita il motto “Festina lente”, rappresentato dalla tartaruga con la vela raffigurata nel Salone dei Cinquecento. (dell’inviata Eloisa Gallinaro/ANSA)