Istituto Europeo Pace, strumento per prevenire crisi

BRUXELLES. – “Ucraina docet”: per prevenire le crisi l’Europa ha bisogno di negoziatori in grado di parlare anche con gli interlocutori meno accettabili, “dai talebani a certi personaggi poco raccomandabili in Ucraina”. E’ sulla spinta della lezione arrivata all’Europa dalla vicenda ucraina che lunedì prossimo, dopo la conferenza stampa conclusiva del Consiglio dei ministri degli esteri europei, sarà presentata la nascita dell’Istituto Europeo per la Pace (Eip, l’acronimo in inglese) di cui si era cominciato a parlare già tre anni fa e la cui realizzazione è stata accelerata dalla crisi ucraina. Uno “strumento operativo per i negoziati non convenzionali” che sarà “indipendente” ma basato a Bruxelles ed ufficialmente sostenuto da una serie di governi europei e potenzialmente a disposizione anche della Ue, così lo descrivono fonti diplomatiche, per la prevenzione e la gestione delle crisi. Presidente sarà nominato Staffan De Mistura, il diplomatico svedese naturalizzato italiano che, dopo una lunga carriera in varie agenzie dell’Onu, è stato sottosegretario agli esteri nel governo Monti e successivamente, fino al 24 aprile scorso, inviato del governo per il caso dei marò in India. Fortemente voluto e promosso dal ministro degli esteri svedese, Carl Bildt, sulla falsariga di istituzioni americane come l’American Peace Institute, tra le sue funzioni – a quanto si apprende – l’Eip avrà il cosiddetto “secondo binario” della diplomazia, ovvero la flessibilità di negoziare con interlocutori che sarebbero “off limits” per i canali ufficiali. L’Eip nascerà “sostenuto” da un totale di una decina di paesi tra cui Italia, Belgio, Finlandia, Polonia, Spagna, Svizzera e Ungheria. Per ora gli altri big europei come Germania, Francia e Gran Bretagna ne sono invece fuori.

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