Giro: Kittel padrone di Belfast, Matthews in maglia rosa

ROMA. – E’ durata soltanto un giorno la favola di Svein Tuft, gregario in maglia rosa per un regalo di compleanno dei suoi compagni di squadra. Tuttavia il primato del Giro d’Italia resta saldamente nelle mani della Orica che, al termine della seconda tappa con arrivo a Belfast vinta in volata da Marcel Kittel con uno sprint prepotente, issa in cima alla classifica il giovane australiano Michael Matthews, uno degli uomini su cui puntare per la graduatoria finale. Il ‘canadese selvaggio’, come è conosciuto Tuft nella carovana, lascia il passo al piu’ giovane compagno che lo scavalca in classifica in virtu’ del gioco dei piazzamenti che ne premiano l’ottavo posto con cui ha chiuso la prova di oggi. Il 23 enne di Canberra, due vittorie alla Vuelta nel suo palmares, a fine gara non sta nella pelle: ”La maglia rosa – dice – è qualcosa di speciale, un risultato straordinario merito di tutta la squadra. Ora spero di poterla portare in Italia”. Matthews, che ha conquistato in un sol colpo anche la maglia bianca che va al miglior giovane, si trova ora a gestire un esiguo vantaggio di tre secondi sui compagni di squadra della Orica: Durbridge, Santaromita, Tuft, Weening e Meyer. A otto secondi c’e’ Rigoberto Uran Uran. Con lui, primo degli azzurri, Gianluca Brambilla. Cadel Evans segue staccato di 10 secondi. Con Matthews l’altro protagonista di giornata è Marcel Kittel. Il tedesco della Giant ha vinto a mani basse, dimostrando ancora una volta in questa stagione di poter contendere a Mark Cavendish il trono di miglior velocista del momento. Impressionante l’allungo di Kittel, che è riuscito a farsi largo sul rettilineo finale di Donegall Square nonostante dopo l’ultimo curvone sembrasse chiuso per la volata finale. Nulla da fare per il francese Nacer Bouhanni e per gli azzurri Giacomo Nizzolo, Elia Viviani, Roberto Ferrari e Manuel Belletti citati nell’ordine in cui sono stati messi in fila. ”E’ stata dura oggi – minimizza il tedesco – la pioggia mi ha dato fastidio, ma ho cercato di gestirmi per farmi trovare davanti al momento della volata”. Il successo di KIttel è arrivato al termine di una tappa caratterizzata dalla fuga di quattro corridori: l’italiano Fedi, il colombiano Romero, il belga Armee e l’olandese Tjallingii. Una fuga partita dopo 3 dei 219 km della tappa con arrivo e partenza a Belfast, e conclusa soltanto a 3 chilometri dall’arrivo quando è stato ripreso Tjallingii, l’ultimo ad arrendersi. L’olandese puo’ tuttavia consolarsi: è lui la prima maglia azzurra del Giro grazie ai due gran premi della montagna vinti oggi. Domani il Giro saluta l’Irlanda (anche oggi tanti appassionati in strada, nonostante la pioggia e il ritiro del beniamino di casa Daniel Martin, a casa con una clavicola rotta dopo la caduta nella crono di ieri) con una passerella finale ancora adatta ai velocisti: si parte da Armagh, piccolo borgo di 15 mila abitanti, e si scende a sud fino all’arrivo di Dublino. Una ‘passeggiata’ di 187 chilometri, tutta pianeggiante, con un paio di strappi nella prima parte del percorso che non dovrebbero impensierire il gruppo, atteso compatto per la ‘volatona’ finale sul traguardo di Merrion Street Upper. Per il Giro si tratta di una prima volta a Dublino. Sarà anche un omaggio a Stephen Roche, l’unico irlandese ad averlo vinto (nel 1987 con la maglia della Carrera). Suo figlio Nicolas ci terrà senz’altro a fare bella figura anche se un arrivo in volata difficilmente potrà vederlo tra i protagonisti. Piu’ facile pensare, invece, che Marcel Kittel voglia dare un’ulteriore prova della sua forza.

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