Ucraina, Mosca rispetta il referendum ma apre al dialogo

DONETSK (UCRAINA EST)  – All’indomani della vittoria plebiscitaria dei referendum indipendentisti nelle regioni ucraine orientali di Donetsk e Lugansk, rispettivamente con l’89,7% e il 95,98%, non c’è ancora alcuna esplosione pubblica di gioia o trionfo, come è successo in Crimea, anche se sono annunciate delle manifestazioni.

Il Cremlino ha aperto prudentemente verso l’esito della consultazione, affermando di rispettare “l’espressione della volontà popolare” e sottolineando “l’alta affluenza nonostante i tentativi di far fallire il voto”, ma invitando anche al dialogo diretto “tra i rappresentanti di Kiev, di Donetsk e di Lugansk”, con la mediazione dell’Osce e lo stop dell’operazione militare. Posizione ribadita dal ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov, che non vede l’utilità di nuovi colloqui a quattro (Usa, Russia, Ue, Ucraina) perché “non si risolverà nulla senza la partecipazione degli oppositori al regime di Kiev al dialogo diretto sull’uscita dalla crisi”.

Il presidente ucraino ad interim Oleksandr Turcinov ha ribadito che il referendum è una ”farsa di propaganda” senza effetti giuridici. E’ illegittimo anche per la Ue, i cui ministri degli esteri sono riuniti a Bruxelles. Mentre da Berlino il portavoce del ministero degli esteri ha commentato:

– E’ chiaro che il voto è stato truccato.

Sul campo intanto si registrano nuovi attacchi dell’esercito ucraino vicino ad una torre televisiva di Sloviansk, roccaforte della protesta separatista, e il presunto rapimento nella regione di Donetsk di Pavel Kanighin, un giornalista di Novaia Gazeta, dove lavorava Anna Politkovskaia. Da Kiev invece arrivano due smentite: Valeri Androshchuk, il comandante della polizia di Mariupol, non è morto impiccato, come riferito ieri dai separatisti filorussi, ma è stato liberato, mentre il deputato radicale Oleg Liashko, candidato presidenziale, ha negato di essere stato sequestrato dai filorussi.

 

 

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