Renzi. “Vincere la sfida dell’Expo, lo Stato più forte dei ladri”

MILANO  – Matteo Renzi arriva a Milano nel pieno della bufera giudiziaria sull’Expo per dire che ”lo Stato è più grande e forte dei ladri” e che l’esposizione universale ”deve diventare il fiore all’occhiello” dell’Italia. E sfida apertamente, senza mai nominarlo, Beppe Grillo che considera l’evento una ”rapina in corso”, una ”puttanata” e chiede di bloccare tutto.

– ‘Non è accettabile – dice il presidente del Consiglio – che oggi, in una logica sfascista e distruttiva, si dica di fermare l’Expo. Meglio, piuttosto che urlare, usare il pugno duro.

E a Ballarò avverte:

– Sarà bene che chi prende le tangenti inizi a pagare con l’interdizione dai pubblici uffici. Devono pagare per sempre.

Renzi arriva nella sede di via Rovello verso le 10,30 dopo aver visitato una scuola in cui i genitori si sono rimboccati le maniche e hanno ridipinto le pareti. Non c’è la protesta dei Cinque Stelle guidati da Grillo che qualcuno si aspetta. Le bordate anti Expo arrivano solo nella conferenza stampa del comico al pomeriggio. A Milano il premier e il leader dei Cinque Stelle si danno il cambio.

Uniche voci di protesta al mattino sono quelle di qualche sporadico manifestante degli sfrattati. Il presidente del Consiglio si chiude in una riunione ad otto con il commissario unico Giuseppe Sala, con i ministri Maurizio Lupi e Maurizio Martina, con il prefetto Francesco Paolo Tronca, il sindaco Giuliano Pisapia, il governatore Roberto Maroni e Raffaele Cantone, il presidente dell’autorità anticorruzione che si occuperà fra l’altro della supervisione delle gare d’appalto.

– Un commissario che va a commissariare il commissario – lo critica Grillo.

C’è da sostituire Angelo Paris, il direttore Costruzioni arrestato nell’inchiesta sugli appalti. E solo dopo il faccia a faccia Sala annuncia di aver scelto al suo posto Marco Righetti, ex Tav ora a Italferr. Soprattutto c’è da capire cosa fare per evitare nuovi casi di mazzette.

– Non lasceremo a chi ruba la possibilità di prenderci un pezzo del nostro futuro. Non si fermano le opere, si fermano i ladri – assicura Renzi parlando con imprenditori e amministratori locali alla Camera di Commercio, mentre il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, promette ”ogni sforzo perché l’Expo sia mafia e mazzette free”.

E poco dopo il presidente del Senato, Pietro Grasso, convoca i capigruppo per mettere in calendario il ddl anticorruzione, come richiesto dai 5 stelle. Il risultato che rivendica Grillo sono però le inchieste.

– Adesso la magistratura si sta muovendo – dice -, secondo me, perché sa che c’è una forza politica importante, forse la prima del Paese, che non gli va contro. Ecco perché sono intervenuti dopo che siamo andati noi all’Expo.

Renzi ”nonostante i sondaggi” e il ”senso di sbigottimento e amarezza per quanto è accaduto” difende Expo, spiega cosa farà il governo però chiede ”una mano al mondo produttivo milanese: serve uno sforzo in più. Non molliamo adesso”. La risposta, a distanza, arriva dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi che critica gli ultimi scandali (”non avrei mai immaginato – dice alla Camera – anche nelle fantasie più sfrenate”) ma subito aggiunge che ”Expo è una grande opportunità per il nostro Paese” e che bisogna ”andare fino in fondo”.

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