Turchia, ecatombe in miniera: più di 200 morti

ANKARA  – Già più di 200 corpi senza vita sono stati estratti nella notte dai soccorritori nella miniera turca di Soma, in parte distrutta da una esplosione, ma il bilancio potrebbe ulteriormente aggravarsi in quanto decine e forse centinaia di minatori sono ancora intrappolati nelle viscere della terra. Quello di Soma potrebbe rivelarsi il più grave incidente industriale nella storia della Turchia moderna.

Centinaia di soccorritori continuano a estrarre i compagni dalle gallerie della miniera a più di 400 metri sotto terra. Il ministro dell’energia Taner Yildiz ha indicato all’alba che i morti erano già 201. Non si sa esattamente quanti minatori siano ancora bloccati sotto terra. Secondo Yildiz erano 787 nell miniera al momento dell’eplosione, secondo la stampa turca più di 360 sarebbero riusciti a fuggire.

Le speranze di salvare gli uomini intrappolati diminuiscono con il passare del tempo perche’ nelle gallerie bloccate, invase dalle fiamme e dal fumo, viene a mancare l’ossigeno.

– Entriamo in una fase più critica. Con il passare del tempo ci avviciniamo a un esito molto sfavorevole – ha ammesso Yildiz. Centinaia di familiari dei minatori intrappolati, stretti dall’angoscia, attendono notizie dei loro cari davanti all’ingresso della miniera.

Un cortocircuito avrebbe innescato l’esplosione che ha provocato un crollo e un incendio in fondo alla miniera. Un leader del sindacato dei minatori, Nurettin Akcul, ha detto alla tv HaberTurk che quello di Soma potrebbe rivelasi il peggiore incidente registrato in una miniera turca. Da tempo ci sono forti polemiche sulla sicurezza nelle miniere del paese e proprio su Soma l’opposizione aveva chiesto in passato invano una commissione d’inchiesta.

 

Da Marcinelle a Soma, la morte arriva in miniera

Le miniere continuano a uccidere: l’incidente minerario avvenuto a Soma, in Turchia, che registra finora un bilancio provvisorio di 205 morti, è solo l’ultimo di una lunga lista di tragedie sottoterra. L’ecatombe turca, che dalle prime indagini sarebbe stata causata da un corto circuito che avrebbe innescato un’esplosione, ricorda un’altra strage rimasta ancora oggi nella memoria dell’Italia: il disastro della miniera di MARCINELLE, in Belgio, nel 1956. In quell’occasione furono quasi 300 le vittime, la maggior parte minatori emigranti italiani. Solo 13 minatori riuscirono a salvarsi dalla tragedia divenuta simbolo della sofferenza dei migranti del nostro paese.

Dopo 60 anni i sistemi di sicurezza, soprattutto in Occidente, sono migliorati, ma esistono situazioni in cui la salvaguardia dei lavoratori non è ancora la priorità.

In CINA, dove il carbone è una risorsa preziosa per il Paese, sono state decine di migliaia le vittime degli incidenti negli ultimi 20 anni. Il peggiore è datato 2005, quando morirono 213 persone a causa di un’esplosione di gas in una miniera nel nord del Paese. Una delle tante sciagure delle miniere della Cina, i cui numeri delle vittime sarebbero molte di più di quelle ufficiali, secondo le organizzazioni umanitarie, a causa della censura da parte di Pechino

In SUDAMERICA, un incidente che ha tenuto col fiato sospeso il mondo per più di due mesi è stato quello avvenuto nel 2010 in CILE, nella miniera di San José. Un crollo bloccò 33 minatori a circa 700 metri di profondità, fortunatamente in un rifugio con ossigeno e viveri. In quell’occasione, dopo 69 interminabili giorni, tutti i lavoratori furono portati in salvo. Sono state tante le tragedie che hanno coinvolto anche i Paesi africani, soprattutto a causa delle miniere d’oro illegali, carenti in sicurezza e abbandonate al degrado, dove spesso lavorano anche bambini.