Le Proteste in Venezuela, Lombardi: “Non é in programma un viaggio di Parolin”

Le Proteste in Venezjuela, Lombardi: “Non é in programma un viaggio di Parolin”

CITTA’ DEL VATICANO – “La situazione rimane quella già detta di una disponibilità espressa in termini generali, ma non vi è attualmente un viaggio in programma”. E’ quanto dice all’Ansa il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, negando che il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, partecipi alla riunione del “dialogo nazionale” fra governo e opposizione, come  affermato dal presidente Nicolas Maduro.

Il presidente Maduro, durante il suo consueto programma radiofonico settimanale, aveva insinuato che il  segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, avrebbe partecipato alla riunione odierna del “dialogo nazionale” fra governo e opposizione.

– Non mi alzerò dal tavolo del dialogo, dove si parla di pace, e spero che nessuno ceda alle pressioni per farlo fallire – ha detto Maduro, che ha nuovamente accusato la coalizione di opposizione Mud (Tavolo dell’Unità Democratica) di essere ricattata da “settori estremisti di Miami, con minacce e denaro” per abbandonare le conversazioni lanciate un mese fa a Caracas, per porre fine all’ondata di proteste che ha causato la morte di 42 persone negli ultimi tre mesi.

La riunione odierna, alla quale probabilmente la Mud non assistirà, è stata annunciata dal ministro degli Esteri colombiana, Maria Angela Holguin, che assieme ai colleghi di Brasile ed Ecuador, Luiz Alberto Figueredo e Ricardo Patino, fa parte del gruppo di “testimoni di buona fede” della trattativa dell’Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasud) e affianca in questo ruolo di garante il nunzio apostolico, monsignor Aldo Giordano.

Ramòn Guillermo Aveledo, Segretario della Mud, ha denunciato l’altro giorno l’atteggiamento del Governo, che non continua a reprimere con un uso eccessivo della forza le manifestazioni degli studenti.

Ed infatti, una volta ancora la Guardia Nazionale Bolivariana (Gnb) ha disperso una manifestazioni studentesca antigovernativa a Caracas, lanciando gas lacrimogeni e varie cariche violente contro il corteo e arrestando un centinaio di persone.

In un primo momento era previsto che la manifestazione partisse dalla piazza Brion, nell’est della capitale – bastione dell’antichavismo – per arrivare alla sede della Procura, dove gli studenti volevano consegnare un documento per esigere la liberazione dei compagni arrestati giovedì scorso nello smantellamento degli “accampamenti della pace”. Ma, bloccato delle forze di sicurezza, il corteo si è diretto verso la sede del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (Undp)

La procuratrice nazionale, Luisa Ortega Diaz, aveva detto che avrebbe ricevuto una delegazione dei manifestanti, ma quando questi hanno chiesto che l’incontro avvenisse davanti all’Undp non si è presentato nessun. Secondo informazioni diffuse sulle reti sociali, almeno quattro fotoreporter son stati aggrediti da agenti della Gnb durante la repressione della manifestazione.

Intanto, sono cinque i connazionali ancora in carcere. Questi sono: il sindaco di San Diego, Vincenzo Scarano; il direttore della Polizia del Comune di San Diego, Salvatore Lucchese; a Valencia, Castro Celano, accusato di presunto possesso di armi da fuoco; a Maracay, Raùl Emilio Baduel Cafarelli, in carcere dal 21 marzo; e il giovane Javier Alessandro Monguilo Mantovani, recluso nel carcere di Yare III assieme ad altri studenti catturati durante un blitz della Guardia Nacional e della Polizia Bolivariana nel Comune di Chacao e nel quartiere Santa Fe.

A Maracay l’altro ieri, inoltre, è stato fermato per varie ore e poi rilasciato il giornalista italiano Gianfranco Di Giacomantonio (al quale va la solidarietà della Redazione della ‘Voce’) mentre ‘copriva’ alcune manifestazioni di protesta.

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