Arrivederci Venezuela!

CARACAS – Alitalia, la nostra compagnia di bandiera, ha deciso di sospendere temporaneamente le operazioni in Venezuela. Sebbene non sia ancora stato emanato un comunicato ufficiale dalla sede centrale di Roma, sembra che il 2 giugno sarà l’ultimo giorno in cui vedremo aerei Alitalia nei cieli del nostro paese. Da mesi circolavano voci insistenti sull’interruzione di attività di alcune linee aeree tra cui la nostra. Forte preoccupazione era espressa dalle agenzie di viaggio, in particolare da quelle di proprietà o gestite da connazionali. Il primo vettore a sospendere i suoi voli da e verso il Venezuela è stato Air Canada. Ma, nonostante le voci che si rincorrevano da mesi ed erano raccolte dai mass-media locali, la decisione presa dall’Alitalia di bloccare totalmente, anche se temporaneamente, le sue attività dopo aver drasticamente ridotto la frequenza dei voli, è stata accolta con sorpresa, stupore e preoccupazione.

La scelta di Alitalia sarebbe conseguenza della crisi economica che colpisce il Venezuela. La carenza di valuta pregiata, stando agli esperti in materia, avrebbe obbligato le autorità a rimandare a ‘tempi migliori’ il pagamento del debito accumulato con le linee aeree internazionali.

L’Associazione Internazionale delle Linee Aeree (Iata), ha cercato in diversi momenti di sensibilizzare il governo su una situazione divenuta insostenibile per molte linee aeree. Dopo aver spiegato le difficoltà generate dal controllo dei cambi aveva chiesto al governo del presidente Maduro di riconoscere il debito calcolato in  circa 3.900 milioni di dollari e di azzerarlo. Una richiesta che, però, è caduta nel vuoto.

L’Alitalia, oggi, vanta un credito nei confronti del Venezuela di oltre 150 milioni di dollari. Una quantità di denaro che pesa molto sull’economia della compagnia italiana che da anni lotta per superare altri problemi interni.

In circostanze particolarmente delicate, come quelle attuali, caratterizzate da una complicata  trattativa con la compagnia Etihat, dell’Arabia Saudita, che dovrebbe diventarne azionista, Alitalia non sarebbe in condizione di accettare la proposta del governo venezuelano. Questa, stando a indiscrezioni, prevedrebbe il riconoscimento di appena 80 milioni di dollari che dovrebbero essere cambiati all’attuale tasso di cambio. In altre parole, non soltanto si chiederebbe di dimezzare il debito accumulato ma anche di accettare un pagamento che non tiene conto della svalutazione della moneta. Una proposta apparentemente insostenibile per le finanze dell’Alitalia.

Ecco dunque che la sede centrale di Roma avrebbe preso la decisione, drastica e dolorosa, di interrompere temporaneamente le proprie attività in Venezuela. Sospensione, questa, particolarmente sofferta anche perché avviene in un periodo di alta stagione in cui gli aerei Alitalia, così come quelli delle altre compagnie, viaggiano sempre pieni.

Sebbene si resti in attesa di un comunicato ufficiale, il call center Alitalia ha anticipato che il 2 giugno saranno sospesi i voli da e verso il Venezuela. I passeggeri che hanno già fatto uso del biglietto di andata verso l’Italia o altre destinazioni, dovrebbero essere dirottati, dalla nostra compagnia di bandiera, su altri vettori che garantirebbero il loro ritorno in Venezuela.

La nostra compagnia di bandiera ha sempre rappresentato un pezzo d’Italia in Venezuela; il ponte ideale tra la madrepatria e gli italiani del Venezuela, ha seguito il lento crescere e consolidarsi della nostra comunità e, per anni, è stata generosamente presente agli eventi che organizzavano i connazionali.

Sarà una data amara quella del 2 giugno. Il nostro tricolore non varcherà più il cielo del Venezuela. Speriamo che non sia un addio ma un arrivederci.

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