Cav alza il tiro sul Colle per il “golpe”

ROMA – Sull’affaire Geithner il Cavaliere non intende mollare, alza il tiro verso il Colle e dispone con Forza Italia la presentazione della richiesta di una Commissione di inchiesta in Parlamento. Il governo, invece, non intende seguire Forza Italia sulla vicenda:

– Una storia – minimizza il sottosegretario Ivan Scalfarotto – che appare avere una caratura più letteraria che storica in questo momento.

Sul ‘golpe’ ordito a suo danno, per costringerlo a dimettersi da premier, il Cavaliere dice invece di voler andare “fino in fondo” anche se Napolitano nega ricordando che la decisione di lasciare palazzo Chigi la prese l’allora presidente del Consiglio liberamente.

– Non sono d’accordo con questa affermazione – ribadisce il Cavaliere che oggi, dalla sua, ha anche le dichiarazioni del politologo Usa Edward Luttwak.

– Ci fu un complotto ordito da Sarkozy e dalla Merkel contro Berlusconi con l’appoggio di molte persone in Italia – dice interpellato da La Zanzara dove, tuttavia, non lesina una stoccatina anche all’ex premier  -. In quel momento c’era una crisi finanziaria molto forte e il Cavaliere era occupato in altre cose.

– Mi sono dimesso con senso di responsabilità, dopo che c’era stata per tutto il 2011 una tempesta perfetta contro me e il governo – si difende invece l’ex presidente del Consiglio che rilancia:

– Io avevo contrastato le proposte di certi Paesi contro gli interessi dell’Italia. Sono stato l’unico a difendere in maniera così decisa gli interessi del nostro Paese. Soprattutto quando ho detto di no all’offerta di 80 miliardi del Fmi di cui non avevamo bisogno.

Anche il capogruppo di Fi, Renato Brunetta, non intende cedere. Prende atto delle “risibili risposte date in Aula dal governo” dopo che lui stesso a Montecitorio aveva discusso la sua interpellanza urgente al presidente del Consiglio dei ministri sul caso. E deposita la richiesta di apertura di una commissione di inchiesta: che verrà esaminata da una prossima riunione dei capigruppo.

Intanto Berlusconi, che ieri è tornato a Cesano Boscone, continua la sua campagna elettorale, dopo aver stupito in radio Giovanni Minoli a cui confessa di avere stima per Papa Francesco perchè – dice – “fa il Papa esattamente come l’avrei fatto io” anche se gli anni “li porto meglio io”.

Quindi torna a criticare Renzi e insiste con gli attacchi a Beppe Grillo che, dice, “è un pericolo per l’Italia perchè è un aspirante dittatore”. Di più:

– Grillo e il suo ispiratore Casaleggio, con i loro obiettivi di distruggere tutto e il loro linguaggio violento, sono molto simili a personaggi come Robespierre, Stalin, Pol Pot e soprattutto Hitler.