Ground Zero: “È immorale”, polemiche sul gift shop

NEW YORK – Magliette con l’emblema del NY Fire Department: 22 dollari. Tazzoni da caffè: 19 dollari. Orecchini ricavati da boccioli e foglie degli alberi di Downtown Manhattan: da 20 a 68 dollari. Braccialettini con ciondoli: da 65 dollari in su.

– Fanno soldi a spese di mio figlio morto.

Alla vigilia dell’apertura al pubblico del nuovo museo di Ground Zero, i parenti delle vittime dell’11 settembre sono in rivolta per il gift shop. Il punto di vendita dei souvenir è un luogo d’obbligo della visita in ogni museo americano ma stavolta, secondo le famiglie, si è superato il limite di ogni decenza anche perché il September 11 Memorial Hall and Museum, che oggi sarà visitabile dopo l’inaugurazione ufficiale la scorsa settimana con il presidente Barack Obama, non è solo un museo: è anche un cimitero dove, in un’ala appartata, sono conservati i resti non identificati di chi ha perso la vita nel crollo delle Torri.

.Lo scandalo del negozio al museo di Ground Zero era stato sollevato inizialmente dal New York Post: “La piccola bottega degli orrori”, aveva titolato il tabloid di Rupert Murdoch a caratteri cubitali puntando i riflettori sui piccoli cimeli di pessimo gusto come il cappottino per cani con il logo degli eroi dell’11 settembre.

Non tutti gli oggetti in vendita nel gift shop sono all’insegna del kitsch: alcuni cercano di evocare lo spirito di solidarietà emerso a New York nei giorni dopo le stragi. Il museo dell’11 settembre non è il solo tra quelli dedicati alla memoria ad avere al suo interno un negozio: a Arlington, a fianco del cimitero dove sono sepolti gli eroi delle guerre americane, si vendono spillette commemorative e cartoline, mentre a Washington, nel museo dell’Olocausto, il gift shop propone libri, menorah e adesivi con la scritta “Mai Più”: “Never Again”.

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