L’ex Cav insiste su Grillo:”Omicida”

ROMA – Beppe Grillo come il ‘Nemico’. Matteo Renzi come un interlocutore sulle riforme considerato per ora insufficiente ma non ancora, del tutto, debellato. A tre giorni dal voto, si delinea così uno degli ultimi affondi elettorali di Silvio Berlusconi. Il leader di FI, nella quotidiana maratona tv, se da un lato rilancia il suo attacco frontale a Grillo – “è un assassino, è un dato di fatto” – dall’altro evoca, sia pure con prudenza, le larghe intese contro l’ombra dell’autoritarismo.

E torna ad abbassare i toni sul presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, smentendo qualsiasi ipotesi di impeachment evocata dai suoi parlamentari in merito al ‘caso Geithner’. Di fronte all’ondata dei 5 Stelle e con la prospettiva ormai certa di essere il terzo partito, Berlusconi torna così a strizzare l’occhio al premier Renzi e frena sullo strappo del patto del Nazareno assicurando che, qualunque sia la performance di FI alle Europee, ciò non influenzerà le decisioni sulle riforme. Non solo.

Negli “scenari futuri” che si addensano per il post-25 maggio l’ex premier non esclude neanche quella di un esecutivo delle larghe intese da opporre al “pericolo di un regime autoritario”. Troppo dirompente, appare, l’ondata anti-sistema dei 5 Stelle. Ed è contro Grillo che il Cavaliere orienta i suoi strali, paragonando la sua campagna a quella di Hitler e ribadendo come l’ex comico sia “stato condannato per triplice omicidio colposo: non è stato un incidente ma una cosa che ha voluto lui e questo la dice sulla sua natura”.

Un attacco, quello del Cavaliere, che investe anche il presidente della commissione di Vigilanza Rai Roberto Fico. Al deputato 5 Stelle, che rievoca il patto segreto tra Berlusconi e Renzi per la svendita di Raiway, l’ex premier replica duro. “Lo querelo, è un buffone”, dice, ospite di un Bruno Vespa al quale non riesce a ‘rubare’ neppure un minuto di extra di trasmissione, ‘ottenendo’, invece, un selfie con il conduttore, proprio come era accaduto con Grillo.

Più morbide sono invece le parole nei riguardi del Capo dello Stato nel giorno in cui FI annuncia un esposto alla Procura dopo le rivelazioni del ministro Usa Timothy Geithner, evocando perfino l’ipotesi di un impeachment.

– E’impossibile, bisogna avere la maggioranza in parlamento – frena Berlusconi ribadendo la necessità di fare chiarezza ma reimpostando la sua campagna su toni più moderati, quasi ad avvalorare quella “serietà” degli azzurri evocata sempre da Giovanni Toti.