Brasile 2014. L’Italia spera in ‘Pepito’ Rossi Test anti doping a sorpresa a Coverciano

FIRENZE – Si è chiusa oggi la prima tappa di avvicinamento degli azzurri al Mondiale: dopo 3 giorni liberi, il gruppo si ritroverà domenica 25 maggio. Giorni decisivi per valutare le condizioni dei 30 azzurri e di Giuseppe Rossi in primis, sul quale il responsabile medico della nazionale, Enrico Castellacci, ha speso ieri parole di ottimismo: “Rossi sta abbastanza bene, bisognerà vedere come reagirà nei prossimi giorni alla mole e ai carichi di lavoro. Ad oggi, dopo due giorni e mezzo, il ragazzo ha fatto tutto quello che abbiamo potuto fare in questa prima fase di ritiro. Dal punto di vista medico ribadisco che Rossi sta bene e lo stiamo monitorando costantemente ogni giorno”, ha aggiunto Castellacci che ha detto di aver trovato Cassano “molto motivato e fisicamente molto tirato, si sta allenando con grande impegno, i riscontri finora sono stati rassicuranti, in teoria può tenere i 90 minuti”.

In una Coverciano blindata dopo l’episodio di mercoledì dell’insulto razzista a Mario Balotelli, con pattuglie di carabinieri che hanno presidiato in particolare l’esterno del centro tecnico federale, la cronaca racconta ieri di controlli antidoping a sorpresa da parte del Coni, con test a campione, effettuati su sei giocatori con prelievi di sangue e urina.

In conferenza stampa è stato il turno del responsabile medico degli azzurri Castellacci che, per quanto riguarda la forma fisica generale, ha ricordato che “vanno verificate le condizioni attuali rispetto a quelle dei test fatti in aprile. L’obiettivo è raggiungere gradi elevati di condizione e intervenire dive serve con una preparazione settoriale”.

Castellacci ha ricordato che per gli azzurri “sarà seguita una dieta che terrà conto del clima umido e dei lunghi spostamenti, fatta perlopiù di alimenti leggeri e idratanti. Verdura, insalata e frutta avranno un posto preminente dovendo anche idratare e apportare sali minerali”.

L’attenzione sarà allargata anche alla cura del corpo con una protezione per le zanzare. E qui si innesca la questione, più complessa, delle vaccinazioni. “I rischi sono la malaria, la febbre gialla e il dengue, tutte malattie trasmesse da zanzare. Abbiamo parlato con specialisti e partecipato in Brasile ad un convegno della Fifa che non ha dato l’obbligo di fare vaccinazioni – ha detto Castellacci che ha scelto di non vaccinarsi – Poche nazionali le fanno, noi abbiamo parlato con i nostri giocatori invitandoli a rivolgersi ai medici dei loro club per decidere. Non c’è allarme ma preoccupazione, la dengue è la più pericolosa, i sintomi sono quelli tipici dell’influenza”.

Dopo la novità esotica del fisioterapista giapponese (“Prandelli lo conosce bene”), l’altra novità che ha incuriosito molto è la casetta di legno, allestita a fianco della palestra, in cui si è cercato di riprodurre in piccolo le condizioni ambientali di Manaus ma anche di Recife e Natal: “All’interno la temperatura è di 32-33 con un tasso di umidità intorno al 70%, ci sono tapis roulant e cyclette, i giocatori seguono un programma particolare e vengono monitorati dal punto di vista cardiologico, idrico e della fatica con l’acido lattico, C’è anche una vasca di ghiaccio dove immergere mani e braccia per raffreddare subito il corpo, aiuta a valutare eventuali correttivi nella preparazione”.

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