Cgie, Carozza: “L’ultima plenaria”

ROMA  – “Questa è l’ultima Assemblea plenaria di questo Cgie”. Elio Carozza non ha dubbi e – nella prima giornata di lavoro alla Farnesina – apre la relazione del Comitato di Presidenza con ringraziamenti e saluti. Riprende i temi cari al Consiglio Generale e cita gli appuntamenti e le battaglie che hanno visto il Cgie in prima linea.

Questo perché lui, il segretario generale del Cgie, è convinto che la prossima plenaria riunirà i nuovi consiglieri eletti dai nuovi Comites. Non tutti i suoi colleghi sono d’accordo, il tema sarà al centro della giornata odierna.

Sulla carta il tempo c’è, l’impegno del Governo pure, come ha sottolineato il sottosegretario Giro che ha parlato di “tempi brevi” senza citare date, mentre in Commissione Affari Esteri alla Camera aveva parlato di “breve slittamento” oltre il 2014.

Ma andiamo con ordine. Quella di Carozza è una relazione “di commiato”: ricorda l’iter parlamentare del Regolamento sulle nuove elezioni dei Comites – “nelle prossime settimane, dopo i pareri delle Commissioni e quello del Consiglio di Stato, il Mae solleciterà le rappresentanze diplomatico-consolari a convocare le elezioni”.

– Sono sicuro – ha detto – che il Ministro fisseranno il calendario delle operazioni così da permettere la tenuta della prima plenaria del nuovo Cgie entro i primi giorni di dicembre prossimo

E passa ai ringraziamenti. Il Comitato di Presidenza e i consiglieri “che hanno continuato a svolgere il loro mandato e resistito alla tentazione di abbandonare tutto” e soprattutto a coloro che lo hanno sopportato e aiutato a svolgere le funzioni di segretario generale” nonostante fossero in carica da 10 anni.

Grazie all’ambasciatore Ravaglia “e a coloro che l’hanno preceduta alla guida della Dgit”, mentre “i ringraziamenti più affettuosi e un senso di alto riconoscimento” Carozza li ha indirizzati “a Marco Villani, segretario esecutivo del Cgie, e ai suoi predecessori e soprattutto al personale di segreteria del Cgie”.

– In 8 anni – ha ricordato – con 3 legislature parlamentari, abbiamo avuto 6 Ministri degli esteri e 1 Ministro per gli Italiani nel Mondo. Anni in cui il Consiglio ha consolidato il legame con le consulte regionali, che oggi consideriamo parte integrante del Cgie; in 8 anni il Cgie ha cercato di rispondere ai compiti assegnategli dalla legge. Ha cercato di interpretare al meglio i cambiamenti avvenuti nelle comunità e a livello istituzionale, con l’arrivo degli eletti all’estero sempre spinto dalla “preoccupazione di far considerare gli italiani all’estero vera leva per la internazionalizzazione dell’Italia.
Sulla prossima riforma ci Comites e Cgie Carozza ha auspicato che il Consiglio “riesca con lo spirito unitario che ci ha contraddistinto in questi anni a difendere gli interessi degli italiani all’estero, che sapremo cogliere l’essenza del parere del Comitato di presidenza, potendo apportare ad esso tutte le opportune correzioni”.

– La motivazione vera di questo atto – ha spiegato – è stata quella di salvaguardare la rete della rappresenta, altrimenti devastata dalla decisione che si stava per assumere e cioè di ridurre il numero dei Comites. Per la prima volta il governo ha tenuto conto di un parere negativo del Cgie ed è stato disponibile ad un cambiamento per noi essenziale.

Carozza ha quindi ribadito “l’impegno totale del Cgie” sempre e solo “nell’interresse delle comunità all’estero e dell’Italia stessa”.

Certo, ha commentato, “rispetto al nostro impegno i risultati non ci hanno lasciato soddisfatti, molto resta da fare”.

Avviandosi alla conclusione, Carozza ha ricordato che si è ora “di fronte a riforme costituzionali che influiranno anche sulla rappresentanza e sui diritti degli italiani all’estero”.

– Noi – ha affermato – siamo pronti a ogni confronto, ma deve essere chiaro che i diritti degli italiani all’estero e il loro esercizio restano il punto centrale che non può essere oggetto di alcuna mediazione.

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