Renzi rilancia riforme e governo

ROMA – Dopo le aperture di credito in Europa, il “matador” Matteo Renzi, come un’ammirata Angela Merkel l’avrebbe appellato, incassa oggi l’appoggio dell’agenzia di rating Fitch che vede nel suo “exploit” elettorale un buon viatico per le riforme. Visto che, come ripete il premier, tutti gli astri sono allineati per il rilancio dell’Italia, Renzi non vorrebbe ora aprire un dossier rimpasto nel governo alla luce della debacle di Sc o dei risultati sotto le attese di Ncd. Ma il tema, al di là della volontà del premier, potrebbe aprirsi visto che, a quanto si apprende, Maurizio Lupi starebbe valutando l’opzione europea e il nodo sarà oggi al centro di un vertice ristretto di Ncd.

In Europa, come nell’esecutivo, la scelta degli uomini per il leader del Pd è funzionale agli obiettivi che vuole raggiungere. L’intricata partita delle nomine europee è solo all’inizio ma è chiaro, spiegano i renziani, che al premier più che occupare poltrone per mettere “bandierine” interessa incidere nella politica economica europea e intestarsi un ruolo centrale nel cambio di rotta dall’austerity. Per questo, più che personalità come quelle di Enrico Letta o Massimo D’Alema, c’è chi consiglia a Renzi di cercare di orientare le scelte comunitarie per assegnare a Pier Carlo Padoan la presidenza dell’Eurogruppo nonostante un altro italiano, Mario Draghi, guidi già la Bce.

– Vedremo più avanti, la partita è lunga – spiega il premier lasciando cadere ipotesi e rumors.

Meno complessa all’apparenza è, invece, la stabilità del governo. Per il premier si può andare avanti così, senza riequilibri post elettorali, a patto che gli alleati abbiano chiaro che bisogna accelerare sulle riforme e i giochi tattici non sono più ammessi. Nonostante la mazzata elettorale, Renzi non avrebbe chiesto la testa, o un ridimensionamento, al ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini.

Diversa è la situazione in Ncd: nel partito di Alfano si ragiona, a quanto si apprende, su un rafforzamento dell’impegno per il radicamento del partito e per questo Maurizio Lupi starebbe valutando se lasciare il ministero e dedicarsi con maggior tempo, dal seggio di europarlamentare, del partito. Oggi se ne discuterà in una riunione alla Camera e per la decisione non è secondario capire se Renzi, in caso di addio di Lupi, confermerebbe o meno i tre ministeri al Nuovo Centro Destra.

Ma se gli alleati si agitano, il premier resta concentrato sulle riforme. Ieri, in una riunione con il ministro Marianna Madia, ha vagliato le proposte, arrivate dal mondo del pubblico impiego, sulla riforma della P.A, determinato a portare il provvedimento, forse sotto forma di decreto, nel consiglio dei ministri di metà mese. E se da oggi torna a tenere banco la riforma del Senato, il premier riprende in mano il dossier fisco con l’intenzione di approvare forse la prossima settimana la delega fiscale che comprende misure ‘pop’, come la dichiarazione dei redditi precompilata e la riforma del catasto.