Giro. Vince Arredondo, ma Quintana conserva la maglia rosa

LEVICO TERME – Macché alleanze trasversali e trappoloni, Nairo Quintana é sempre di più il padrone del Giro: il colombiano si aggiudica ai punti il primo dei tre round decisivi da qui a domenica (l’arrivo in salita al Rifugio Panarotta) controllando gli avversari in scioltezza nel giorno in cui un altro colombiano, Julian Arredondo, stacca tutti e va a vincere la tappa.

Lo strapotere cafetero è completato all’arrivo dal secondo posto di Fabio Duarte. La tappa che doveva segnare il primo di tre assalti alla maglia rosa si é trasformata quasi in un passeggiata per Quintana che, con la sua Movistar sempre davanti, ha controllato la situazione senza mai dare l’impressione di andare in affanno.

I sedici chilometri della salita che conducono al Rifugio Panarotta, in Valsugana, l’ultima di tre gran premi della montagna di giornata, alla fine sono fatali solo per Cadel Evans, che prende 1’38” dalla maglia rosa e scivola in classifica generale dal terzo al nono posto. Tra gli uomini di classifica perdono qualcosina anche Hesjedal, Kelderman e Kiserlovski per una graduatoria in cui Quintana mantiene il vantaggio di 1’41” su Uran e di 3’29” sul terzo, che ora é il francese Pierre Rolland. Buon per Fabio Aru che ne approfitta per risalire in quarta posizione: lo scalatore sardo é tra quelli che ci provano scattando a 3 km dalla fine, ma una volta giunto al traguardo non rosicchia più di 3 secondi a Quintana che gli arriva a ruota precedendo un Uran che non ha mai dato l’impressione di volere (o potere) attaccare seriamente la maglia rosa.

In realtà ci prova anche Rolland a dare battaglia: il francese della Europcar tenta l’allungo tre volte, ma Quintana lo va sempre a prendere di persona. I big fanno gara a sé mentre davanti quattordici fuggitivi, poi ridottisi a quattro (con i colombiani Arredondo e Duarte, ci sono l’irlandese Deignan e l’italiano Franco Pelizotti) si giocano la tappa. La spunta Julian Arredondo, uno dei piú attivi in questo Giro: il colombiano della Trek aveva già sfiorato il successo a Viggiano, terzo dietro Ulissi ed Evans, mentre nella Foligno-Montecopiolo era stato protagonista di una fuga solitaria vanificata a pochi metri dal traguardo. Messe alle spalle le polemiche, Quintana sta crescendo di giorno in giorno mostrando di che pasta é fatto: “La salita non é stata all’altezza delle previsioni – dice “El condor” – io ho pensato solo a controllare gli attacchi. No, il Giro non é finito, ma io sto sempre meglio e sono ottimista anche per la cronoscalata di domani che mi piace molto”.

Il colombiano si riferisce alla prova contro il tempo di circa 27 chilometri che da Bassano del Grappa porterà i corridori sulla Cima Grappa. Una tappa per scalatori, ma che non taglia del tutto fuori i cronoman che possono contare sui primi 7-8 km tutti in pianura. I successivi 19 si sviluppano in salita con la strada che nel finale sale con una pendenza del 14%. La crono sancirà le gerarchie prima della tappa di sabato quando in programma c’é la scalata del ‘mostro’, lo Zoncolan, ultima chiamata per chi vuole arrivare in rosa a Triest

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