La prima volta della Celeste senza il Peñarol

CARACAS –Maracanazo, Celeste, Garra Charrúa, Centenario: quando si parla della nazionale dell’Uruguay vengono in mente solo parole in spagnolo. Il Mondiale 1950 ormai è storia del calcio e contemporanea, la famosa “garra” invece è diventata qualcosa di mitologico e quasi come il legame tra Peñarol e Celeste.

Tante le stelle e giocatori di prestigio che hanno indossato la maglia del Peñarol. Rapida carrellata: José Leandro Andrade, Alcides Ghiggia (autore della rete decisiva nella finale mondiale 1950, Uruguay-Brasile 2-1, al Maracaná di Rio de Janeiro), Juan Alberto Schiaffino, Julio César Abbadie, Rodolfo Sansone, Obdulio Varela, Roque Máspoli, Luis Cubilla, Diego Perez, Carlos Borges, Cefelino Camacho, Victor Hugo Diogo, Julio Cesar Cortés, Diego Aguirre, Washington Ortuno e Ladislao Mazurkiewicz., Paolo Montero, Josè Perdomo, Carlos “Pato” Aguilera, Antonio Pacheco, Diego “Cachavacha” Forlán (ex calciatore dell’Inter) e Guillermo Giacomazzi che nell’ultima stagione ha giocato nel Siena.

In questo 2014, per la prima volta nella storia, il Peñarol, uno dei due giganti di Uruguay-non avrà i giocatori alla Coppa del Mondo di Brasile. Ciò segna una rottura nella continuità storica che ha permesso al club di Montevideo di avere la presenza di giocatori in ciascuna delle coppe organizzate dalla FIFA. Dalla prima kermese irridata disputatà in Uruguay all’ultima quella che si è tenuta in Sudafrica, c’è stato almeno un calciatore che rappresentava alla aurinegra.

Questa compagine fondata il 28 settembre 1891 con il nome di Central Uruguay Railway Cricket Club. Il sodalizio fu costituito 118 soci dei quali 72 erano inglesi, 45 uruguaiani (moltissimi dei quali di origine italiana) e un tedesco: maestranze che stavano costruendo la linea ferroviaria del Paese sudamericano e appassionati di football. Il suo primo presidente fu l’inglese Frank Henderson che detenne la carica sino al 1899.

Nel 1913 cambiò denominazione in Club Atlético Peñarol. Il barrio Peñarol di Montevideo ha questo nome in omaggio alla città italiana di Pinerolo (in provincia di Torino). Il barrio si agglomerò attorno agli antichi possedimenti di Giovan Battista Crosa, pinerolese, che giunse in Uruguay alla fine del Settecento diventando un importante proprietario terriero con molte attività economiche e sociali. Alla fine dell’Ottocento nel barrio furono allestite diverse officine di materiale per le ferrovie (l’origine dell’antica denominazione del club) e fu creata la relativa stazione denominata Peñarol, tuttora esistente.

Nel primo mondiale, quello disputato nel 1930 a Montevideo e vinto dai padroni di casa il Peñarol ha prestato alla nazionale i seguenti calciatori: Miguel Capuccini, Lorenzo Fernández, Alvaro Gestido, Carlos Riolfo e Anselmo Pelegrín. Mentre in quello del 2010 a dire presente per la squadra carbonera c’era Egidio Arévalo Ríos. In Sudafrica l’Uruguay chiuse al quarto posto.

Nonostante questo rapporto sentimentale tra Peñarol e Celeste nella lista stilata da mister Óscar Washington Tabárez non figura nessun carbonero. Quelli che avevano più chance di essere inserite nella lista dei 23 privilegiati erano il portiere Castillo (che ha avuto una seconda metà di stagione irregolare) ed il difensore Valdéz che a causa degli infortunii non è riuscito ad esprimere tutte le sue capacità. C’è stato un momento che c’era la possibilità di vedere un aurinegro in nazionale quando era gettonato il nome del gioiellino del vivaio Jonathan Rodriguez, ma non è bastato i’amore e l’incitamento della hinchada non è riuscito ad avere l’ok del mister.

Sembra quasi un dispetto, ma nella lista preliminare consegnata da Tabarez figurano due calciatori del Nacional de Montevideo (gli acerrimi rivali del Peñarol): Sebastián Coates ed Andrés Scotti.

Nel palmares di questa squadra che ha anche un pizzico d’Italia, si contano 48 campionati uruguaiani, di cui 5 vinti come Central Uruguay Railway Cricket Club, 5 Coppe Libertadores e 3 Coppe Intercontinentali, titoli che rendono il Peñarol la più titolata squadra uruguaiana.

Il club è stato designato come la migliore società del XX secolo in Sudamerica. È tra le sette squadre al mondo capaci di vincere in due occasioni, nel 1961 e nel 1982, “The Treble”, o se preferite El Triplete, composto dai 3 titoli di campione del proprio paese, del continente e del mondo. Ci sono riuscite anche Santos (1962 e 1963), Nacional Montevideo (1971 e 1980), Ajax (1972 e 1995), Boca Juniors (2000 e 2003), Manchester United (1999 e 2008) e Inter (1965 e 2010).

Nell’agosto 2007 la squadra del Peñarol, invitata in Italia dal Torino per disputare il Trofeo del Centenario granata, visitò Pinerolo, dove fu ricevuta in Comune dal Sindaco.

 

 

 

 

 

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