Napolitano, voto italiani per stabilità, premier corra

ROMA. – Con il voto di domenica scorsa gli italiani hanno detto con chiarezza che vogliono “stabilità” e “riforme strutturali”. E che le vogliono il più presto possibile. Nella sua prima analisi delle elezioni europee Giorgio Napolitano concentra in tre minuti e 30 secondi la visione del Quirinale sul ‘cantiere-Italia’. Sin dalle prime parole del tradizionale intervento televisivo per il 2 giugno si capisce che il il presidente della Repubblica vuole scuotere il Paese attraverso un messaggio di ottimismo e richiamare Parlamento e Governo alle proprie responsabilità invitando tutte le forze politiche a passare dalle parole ai fatti. Gli italiani hanno capito e “scelto la stabilità”, premette il capo dello Stato non rinunciando a rivendicare implicitamente la bontà delle sue scelte, come quando ha tenacemente, più volte, resistito alle grida di quanti gli chiedevano lo scioglimento delle Camere: “questa necessità di stabilità, che ho sempre richiamato, è stata largamente compresa dagli italiani”, premette Napolitano. Dai sorprendenti risultati delle europee non si può non capire che gli italiani vogliono “forti cambiamenti”, vogliono “riforme strutturali” profonde, vogliono – insomma – lasciarsi alle spalle il buio della crisi economica e vivere in un’Italia diversa. Ecco quindi che il capo dello Stato, quasi in un gioco di squadra con il premier Matteo Renzi, digerita la sbornia elettorale, spiega che “problema è ora quello di passare rapidamente alle decisioni e alle azioni” per “aprire la prospettiva di un nuovo sviluppo per l’Italia”. Non ci possono essere scuse o ritardi, “il da farsi è ormai delineato”, dice perentorio nel messaggio elencando le priorità, tra le quali “una lotta senza quartiere all’evasione fiscale, alla corruzione e alla criminalità organizzata”. Ma “determinanti sono le riforme strutturali tra le quali già in cantiere quelle per le istituzioni e per la pubblica amministrazione, per il lavoro e per un’economia più competitiva”. E se la strada è tracciata nessuno pensi di tornare indietro alle ”sterili contrapposizioni” di questi ultimi mesi. Il vento per molti è cambiato e Napolitano lo fa capire seppur nelle pieghe del vellutato lessico istituzionale: “auspico un confronto civile in Parlamento, una ricerca di intese che è dovuta per ogni modifica costituzionale. E’ però tempo di soluzioni, non di nuove inconcludenze”. Nell’analisi del Colle ci sono però dati sufficienti per sbilanciarsi nel sottolineare che quest’anno la festa della repubblica si può celebrare “con animo più fiducioso” che in passato. Oggi l’Italia, grazie al voto pro-Europa, “può parlare a voce alta nella Ue e contribuire a cambiarne le istituzioni e le politiche”. All’interno però il Governo deve correre e, parallelamente, alzare l’attenzione su criminalità, malaffare ed elusione fiscale: “il cammino che non può essere inquinato e deviato da violenze, intimidazioni, illegalismi di nessun genere. A tal fine tutte le forze vitali dello Stato e della società sono chiamate a cooperare”. (Di Fabrizio Finzi/ANSA)