Immigrazione: rallenta ondata sbarchi, fermati 7 scafisti

CATANIA. – Rallenta l’ondata di sbarchi in Sicilia. Complice forse le non buone condizioni meteo, dopo gli oltre 3.500 migranti arrivati in poco meno di 48 ore l’unica segnalazione è quella di 97 extracomunitari soccorsi al largo del Canale di Sicilia dalla motonave maltese ‘Zeynepa Tanker’ che ha fatto rotta verso Catania. Un viaggio verso il porto del capoluogo etneo ostacolato da un guasto al motore della motonave che l’ha bloccata per diverse ore in alto mare. Sono approdati ieri nel porto di Augusta, nel Siracusano, i circa 1.300 migranti soccorsi in mare e portati in terraferma dalla motonave ‘Asso 25’. I grandi numeri sugli arrivi ha fatto scattare un piano di trasferimento dei migranti arrivati nell’isola che, per la maggior parte, sono stati condotti con voli charter e militari in altre regioni italiane. Se rallenta l’ondata di sbarchi non si arresta, invece, l’attività investigativa delle forze dell’ordine e della magistratura impegnate nell’individuare equipaggi e organizzatori dei viaggi. Sono sette i presunti scafisti fermati in tre diverse operazioni: quattro tunisini sono accusati per lo sbarco di 1.300 persone avvenuto a Augusta, mentre un siriano e un marocchino sono indagati per avere favorito l’immigrazione clandestina dei 257 eritrei arrivati a Porto Empedocle, nell’Agrigentino. Infine un tunisino è stato fermato per i 266 migranti sbarcati a Pozzallo, nel Ragusano. Quest’ultimo, Abd El Karim El Hamdi, 34 anni ha fatto anche ammissioni di colpa: “Un procacciatore di clandestini – ha confessato agli investigatori – mi ha contattato in un bar in Libia chiedendomi se volessi partire per l’Italia. Prima mi ha detto che mi avrebbe fatto pagare soltanto 1.000 dinari libici, ma poi sapendo che ero stato imbarcato su un peschereccio mi ha proposto prima uno sconto e successivamente di pagarmi a viaggio ultimato 1.500 dollari, raccomandandomi di fermarsi in acque internazionali”. I testimoni hanno raccontato che “durante tutto il viaggio, reso difficile dalle cattive condizioni meteo, non è stato dato da mangiare, né da bere: i bambini sono arrivati in condizioni pietose, così anche le donne, qualcuna in stato interessante che si è sentita male”. Il vecchio barcone in legno sul quale erano ‘stipati’ ha rischiato di capovolgersi durante la navigazione: “le persone si spostavano in continuazione – ricostruisce un migrante siriano – provocando movimenti ondulatori del natante”. Ogni ‘passeggero’, hanno accertato gli investigatori, avrebbe pagato mediamente 1.500 dollari, per un incasso che si aggira su 400mila dollari. Per i trafficanti il giubbotto salvagente è un ‘optional’ da pagare: 200 dollari ciascuno in più, anche per bambini e donne incinte. (Mimmo Trovato/ANSA)