G7 senza Putin tuona contro Mosca e evoca sanzioni

BRUXELLES. – Dopo sedici anni i grandi della Terra tornano a riunirsi senza la Russia: è Putin il grande assente del primo G7 ospitato a Bruxelles dall’Unione europea, ma sarà ugualmente protagonista della due giorni di summit perché il primo punto dell’agenda dei leader è la crisi in Ucraina. “L’azione della Russia è inaccettabile e deve fermarsi”, recita il G7 nel comunicato finale, e resta pronto a “intensificare sanzioni mirate” contro Mosca se necessario. Ma per ora l’obiettivo resta quello di far lavorare la diplomazia, sfruttando il nuovo ‘momentum’ – come lo definiscono i diplomatici che hanno preparato il summit – che si è creato dopo l’elezione del nuovo presidente ucraino Poroshenko. L’appuntamento con il presidente russo comunque è solo rimandato. I leader lo hanno escluso dal loro summit ma quasi tutti hanno fissato con lui incontri bilaterali nei prossimi giorni, durante le celebrazioni dello sbarco in Normandia: la Merkel lo vedrà venerdì mattina, prima della cerimonia ufficiale, anche Cameron ha fissato un incontro quella mattina, mentre con Hollande si vedrà giovedì sera a Parigi a cena all’Eliseo. Con Obama invece si scambieranno solo sguardi di fuoco: fonti della Casa Bianca, almeno per ora, escludono un faccia a faccia tra i due. Da parte sua, Putin tiene il punto: “Non vedo perché il presidente non debba parlarmi, io sono pronto al dialogo, è sua la scelta”. E non lancia segnali di distensione: “La politica più aggressiva è quella degli Usa”, ha detto oggi alla radio francese Europe 1, accusando l’America di “mentire” sul dispiegamento di militari russi in Ucraina. Il G7 di Bruxelles rimpiazza quello che si sarebbe dovuto tenere a Sochi, in Russia. Con la crisi ucraina che andava peggiorando, il 24 marzo i leader delle sette principali potenze mondiali (Usa, Canada, Giappone, Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia), a margine del summit sul nucleare dell’Aja, decisero di spostare l’appuntamento a Bruxelles e di escludere la Russia, tornando a quel formato G7 che non si riuniva dal 1998. E il G8, dicono fonti europee, non tornerà finché la Russia non tornerà a rispettare il diritto internazionale. Sull’Ucraina i sette sono “compatti”, assicura la cancelliera Angela Merkel, e anche per il presidente Obama occorre “parlare con una voce sola”. Nella bozza di dichiarazione finale chiedono alla Federazione russa di “accelerare il ritiro delle sue forze armate dal confine dell’Ucraina e di esercitare la sua influenza tra i separatisti armati perché rinuncino alle armi e alla violenza”, recita il testo. La linea, insomma, non è quella dura delle sanzioni, sebbene queste restino sul tavolo come minaccia: “I leader del G7 sono pronti a intensificare il varo di sanzioni mirate se la Russia non dovesse impegnarsi in una soluzione pacifica della crisi”. L’idea ora è quella di incoraggiare un nuovo dialogo tra Russia e Ucraina, che anche Putin sembra non voler rigettare del tutto avendo anche fatto concessioni a Kiev sul fronte delle scadenze dei pagamenti del gas e dei prezzi. I leader affrontano anche la questione Siria, ribadendo che “non c’è futuro per Assad” e denunciano lo svolgimento di “finte elezioni”.

Lascia un commento