Mondiali: allarme Italia, ma Prandelli non perde la fiducia

ROMA. – Una giornata di riposo per tutti. Ma non per Cesare Prandelli. L’Italia che questa notte è in volo per il Brasile è attesa da un Mondiale al buio: l’ultimo dubbio lo ha acceso la brutta figura di Perugia, un 1-1 col modesto Lussemburgo, e poco conta che sia nel solco della tradizione. ”Ma stiamo meglio di un anno fa in Confederations, di questo sono sicurissimo”, è il mantra ripetuto dal ct in questi giorni, anche dopo che ieri si è detto certo di un grande Mondiale. In ogni caso, stamattina nuova riunione tecnica per rivedere il filmato del test di Perugia, valutare i test sul recupero di chi ha giocato, programmare il lavoro della settimana di preparazione che rimane, a Mangaratiba. L’allarme nasce da una domanda. Può bastare, per definire meglio la reale dimensione azzurra, la certezza dello staff di Prandelli che i test fisici e le valutazioni sul lavoro fatto in questi giorni sono confortanti? Dal forfait di Montolivo al momento no dei migliori attaccanti; dalle incertezze sul modulo alle amnesie difensive; dall’incognita Balotelli alla scommessa Cassano. Punti fermi, nelle quotazioni della nazionale azzurra, non ce ne sono. Il clima di scetticismo attorno alla squadra è analogo a quello di due anni fa, quando l’Italia partì tra i clamori del calcioscommesse e le ferite aperte dallo 0-3 con la Russia e tornò tra gli applausi nonostante la finale persa con la Spagna. Anche il quadro ‘congiunturale’ – lo stato del calcio italiano di club – ha forti similitudini. Restano solo da definire quali sono gli ingredienti dell’ottimismo di Prandelli, per quello che sarebbe l’ennesimo ‘miracolo’ italiano. Oltre ai dati fisico-atletici, lo staff tecnico azzurro ha un quadro tattico: il problema in cima alla lista è come sostituire Montolivo. All’idea di un centrocampo dai piedi buoni Prandelli non rinuncia: Thiago Motta o Aquilani le possibili alternative al milanista infortunato. Ma cresce molto in queste ore Verratti. Prandelli ha apprezzato non solo la partita del regista Psg a Londra, ma anche la convivenza di ieri con Pirlo. Il voto all’Italia di Perugia, dal punto di vista del ct, resta paradossalmente positivo: e non solo per le due traverse o qualche occasione buttata. La prima ora di gioco ha convinto il ct che la direzione è giusta. ”Del risultato non mi interessa molto”, ha detto ai suoi collaboratori, mentre nella rassegna stampa azzurra venivano fascicolate le bocciature per il brutto pareggio. Segno anche che la formula della punta unica con un centrocampo folto è quella su cui si lavorerà per l’Inghilterra. Anche il nervosismo mostrato in campo da alcuni giocatori (Balotelli che discute a lungo con il compagno rossonero Abate, Cassano che protesta perfino troppo per una rimessa non concessa) può essere sfruttato in positivo, è certo Prandelli. Semmai, l’ultima mezzora ha acceso una lampadina: Cassano ha piedi fatati, idee illuminanti, è capace appena entrato di inventare un paio di occasioni importanti, eppure con lui in campo la squadra perde in solidità. Ed è questa l’incognita più pesante sul viaggio Mondiale dell’Italia di Prandelli: due anni fa all’Europeo arrivò con un’identità di gioco ben precisa, un marchio di qualità che stupì gli avversari perchè in controtendenza rispetto allo stereotipo del catenaccio; ora, quell’identità è perduta, e la nuova è tutta da scoprire. Resta il Mondiala per farlo.