Usa: cancellata la crisi, recuperati 8,7 milioni di posti lavoro

NEW YORK. – Gli Stati Uniti cancellano la crisi, e nel mese di maggio riportano il numero degli occupati allo stesso livello del 2008. Recuperati, dunque, quegli 8,7 milioni di posti di lavoro bruciati dalla lunga e severa recessione. Anche se il tasso di partecipazione al mercato del lavoro resta troppo basso. Ma tant’è, la ripresa economica vive anche di segnali, di messaggi che immettono fiducia nel sistema. E, dopo la gelata dell’ultimo dato sul Pil (-1% nel primo trimestre), la conferma di un tasso di disoccupazione al 6,3%, come ad aprile, permette di affermare che sul fronte occupazione si è tornati a prima del tracollo di Lehman Brothers, quando Barack Obama non era ancora arrivato alla Casa Bianca. Gli occupati sono insomma a quota 138,4 milioni, più di otto anni fa. E i più stretti collaboratori del presidente non nascondono la soddisfazione per una sfida che sta per essere vinta: con i 217.000 occupati in più registrati a maggio (ne erano attesi 218.000, ma a questo punto appare un dettaglio) è il quarto mese consecutivo che in America si creano più di 200.000 posti di lavoro. “Vuol dire che la ripresa è solida e costante”, afferma uno dei consiglieri economici del presidente, sottolineando però come per Obama questo non può bastare: “Si può e si deve fare di più”. E sì, perché nonostante le buone notizie – sottolineano gli osservatori – c’è da considerare come negli anni la popolazione sia aumentata. Ecco allora che il tasso di partecipazione si attesta al 62,8%. I disoccupati di lungo termine (quelli che sono da oltre sei mesi senza lavoro) sono ancora troppi. E aumenta il numero di quelli che non cercano più un’occupazione, quelli della generazione del ‘baby-boom’ colpiti duramente dalla crisi e che ormai hanno rinunciato a lavorare. E finché durerà questo trend – spiegano gli economisti – non si potrà parlare di una vera e propria ripresa. Proprio per questo la Federal Reserve di Janet Yellen continua a mantenere una certa cautela, e molta prudenza nel ritirare del tutto le misure straordinarie messe in campo per sostenere crescita e occupazione. A partire dall’acquisto di titoli per immettere liquidità in circolazione. Intanto Wall Street brinda e si gode i dati positivi che arrivano dal mondo del lavoro, con tutti i principali indici che restano su livelli record. C’è da dire, anche grazie a quello che è stato definito ‘effetto Draghi’, dopo le ultime decisioni prese della Bce che fanno ben sperare anche al di qua dell’Atlantico. (Ugo Caltagirone/Ansa)

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